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Autogrill –“Non c’è
Autogrill che non sia il manifesto di un modo di essere italiani, un gioco di
architetture sospese”. Così “Il Sole 24 re Domenica” celebra le architetture
sospese come ponti tra i due sensi di marcia dell’Autostrada del Sole: “E sono
tutt’altro che strutture occasionali, perché portano la firma di Pier Luigi
Nervi, Angelo Bianchetti, Melchiorre Bega, Costantino Dardi, Gianluca Palesello”.
Ma non sono, da tempo, che ruderi, chiusi, semiabbandonati?
Incipit – A 17 anni
“lessi i ‘Racconti’ di Italo Calvino, tra cui ‘Luna e Gnac’: «La notte durava
venti secondi, e venti secondi il Gnac» è un incipit strepitoso” – Domenico
Starnone confessa a Candida Morvillo che gli chiede: “Deve a un libro particolare
la molla che l’ha spinta a scrivere?” “Non so, forse, tra l’altro, a un incipit
di Italo Calvino”, etc.etc., “che mi provocò un magnifico sbandamento”.
Italia – “In fondo è un
grande set senza un vero regista” - Luc Merenda, l’attore, francese di Roma, di
tanti film degli anni 1970-1980.
Maschile – “Il maschile è inteso come
potente, arrogante, violento, sopraffattore, egoista e famelico”, scrive Francesco
Piccolo su “”Robinson” presentando “Son qui: m’ammazzi” (col lei?), il suo
ultimo libro. E i maschi, aggiunge, “nei libri che ho scelto di raccontare,
tutti fanno la guerra, si incazzano, diventano furiosi, litigano, sono gelosi,
minacciosi, e usano al forza in modo esplicito, picchiando, violentando”. E
quelli della letteratura che non ha scelto di raccontare - Piccolo si è premunito,
del maschio parlando come “è inteso” (in effetti la sua indagine, da come la
presenta, è monca, manca alla sua dialettica
un termine: c’è la tesi e la sintesi ma
non c’è l’antitesi – fatta la sommatoria finirebbe per difenderlo?).
Rifiuti – “Un tempo la
«lordura» che il mare in tempesta sbatteva a riva era rappresentata dalle pallottole d’alga, dalle canne, dalle
piante spinose, dalle radici, dai rami,
dalle conchiglie, dalla frangia di bava
secca: da ciò che le onde strappavano alle spiagge risalendole fino alle prime
dune o da ciò che i fiumi e i torrenti convogliavano in mare o da ciò che
risaliva dallo stesso fondo del mare.
Era una «lordura» gradevole a vedersi appunto perché naturale. Ora
prevale l lordura artificiale: barattoli di latta, legni schiodati, pezzi di cartone,
pezzetti di catrame, e soprattutto sacchetti di nylon e bottiglie di plastica:
di queste ultime, ce n’è una ogni pochi passi. Sono bianche, verdi, celesti, di
tutti i colori. Qualcuna è un po’, acciaccata, ma in genere sono ben
conservate”. Carlo Cassola se ne lamentava sul “Corriere della sera”, nella sua
rubrica “Fogli di diario!”, 19 dicembre 1972. Guardava il mare in tempesta, e
si faceva compagnia con Montale: “O l’informe rottame\ che gittò fuor del corso
la fiumara\ del vivere in un fitto di ramure e di strame”. Ma subito aggiunge
prosaico: “Di simili rifiuti è piena la pineta in cui vivo”. La spiaggia e la
pineta erano quelle di Donoratico-Marina di Castagneto Carducci, tra le meglio
preservate della Toscana.
Riso – È tema ricorrente
di riflessione anche nella letteratura araba, spiega l’arabista Francesca Maria
Corraro a commento de “Le storie di Giufà”, p. 136. Nel “Corano” (53, : 43-44)
“si afferma che il riso è un evento strettamente connesso alla vita, in contrapposizione
al pianto e alla morte”. Altro riferimento: “Il celebre erudito al-Ğahiz (IX
secolo), introducendo una sua raccolta di aneddoti, ’Il Libro degli Avari’, osserva
che il riso è la prima espressione, forte e gioiosa, atta ad arricchire il
sangue di un bambino”.
Corrao cita infine “un altro rinomato compilatore di libri di aneddoti e
facezie, al-Ğawzî”, che al riso attribuisce una funzione liberatoria, “che
dissipa le tensioni provocate dall’incontro-scontro con il mondo esterno”.
Rumi
– È “romano” in arabo-farsì– “romeo”, come dire di
famiglia bizantina, cristiana. È Rumi uno dei maggiori poeti persiani, se non
il maggiore, mistico, teologo, Gialal al-Din Rumi, vissuto nel Duecento. Nato
in Afghanistan, a Balkh, sepolto a Konya, in Turchia, nel Mausoleo di Mevlana –
altro nome, farsì, di Gialal al-Din. Detto pure Gialal al-Din Balkhi, dal luogo
di nascita.
È “Rumi” anche il
Giufà anatolico (oggi si direbbe turco), Nasreddin: “Nel sedicesimo secolo il giurisperito
egiziano Gialal al-D in al Suyuti scriveva che non si doveva ridere di Ğuhâ (il
nostro Giufà, n.d.r), detto Nasreddin Rumi” – l’arabista Francesca Maria Corrao,
“Le storie di Giufà”, p.144.
Siena – “La mia, anima
per aver dovuto viver1e a Siena, sarà triste per sempre”, … Tozzi, “Bestie”.
Socialismo – Si celebra
Matteotti per il centenario della morte, ma sulla Rai di destra, degli ex
missini e dei leghisti. E si celebra Craxi per i venticinque anni della morte
ma ad opera di due antipatizzanti, Massimo Franco e Aldo Cazzullo, e del
presidente ex missino del Senato. La sinistra ha perduto la parola – anche per
criticare (solo Goffredo Bettini, vecchio Pci, ne propone la rivalutazione, ma “nei limiti di
un quotidiano”, “l’Unità”,
https://www.unita.it/2025/01/19/bettino-craxi-un-socialista-a-24-carati-le-emozioni-il-pensiero-gli-errori-del-leader-del-psi/#amp_tf=Da%20%251%24s&aoh=17375533970178&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com)
Vecchiaia – “Ma è poi vero
che invecchiando si ha più bisogno di affetto? Io credo che ci si chiuda maggiormente
in noi stessi. Per fortuna” – Carlo Cassola a 54 anni, “Fogli di diario” 30
dicembre 1971,
Verità – “Di solito nel
mondo classico chi conosce la verità perde la vista: c’è bisogno di buio per
vedere, gli indovini sono ciechi”, Nadia Terranova.
letterautore@antiit.eu
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