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mercoledì 22 gennaio 2025

Letture - 568

letterautore

Autogrill –“Non c’è Autogrill che non sia il manifesto di un modo di essere italiani, un gioco di architetture sospese”. Così “Il Sole 24 re Domenica” celebra le architetture sospese come ponti tra i due sensi di marcia dell’Autostrada del Sole: “E sono tutt’altro che strutture occasionali, perché portano la firma di Pier Luigi Nervi, Angelo Bianchetti, Melchiorre Bega, Costantino Dardi, Gianluca Palesello”. Ma non sono, da tempo, che ruderi, chiusi, semiabbandonati?
 
Incipit – A 17 anni “lessi i ‘Racconti’ di Italo Calvino, tra cui ‘Luna e Gnac’: «La notte durava venti secondi, e venti secondi il Gnac» è un incipit strepitoso” – Domenico Starnone confessa a Candida Morvillo che gli chiede: “Deve a un libro particolare la molla che l’ha spinta a scrivere?” “Non so, forse, tra l’altro, a un incipit di Italo Calvino”, etc.etc., “che mi provocò un magnifico sbandamento”.
 
Italia – “In fondo è un grande set senza un vero regista” - Luc Merenda, l’attore, francese di Roma, di tanti film degli anni 1970-1980.
 
Maschile – “Il maschile è inteso come potente, arrogante, violento, sopraffattore, egoista e famelico”, scrive Francesco Piccolo su “”Robinson” presentando “Son qui: m’ammazzi” (col lei?), il suo ultimo libro. E i maschi, aggiunge, “nei libri che ho scelto di raccontare, tutti fanno la guerra, si incazzano, diventano furiosi, litigano, sono gelosi, minacciosi, e usano al forza in modo esplicito, picchiando, violentando”. E quelli della letteratura che non ha scelto di raccontare - Piccolo si è premunito, del maschio parlando come “è inteso” (in effetti la sua indagine, da come la presenta,  è monca, manca alla sua dialettica un termine:  c’è la tesi e la sintesi ma non c’è l’antitesi – fatta la sommatoria finirebbe per  difenderlo?).
 
Rifiuti – “Un tempo la «lordura» che il mare in tempesta sbatteva a riva era rappresentata  dalle pallottole d’alga, dalle canne, dalle piante spinose, dalle radici,  dai rami, dalle conchiglie, dalla frangia  di bava secca: da ciò che le onde strappavano alle spiagge risalendole fino alle prime dune o da ciò che i fiumi e i torrenti convogliavano in mare o da ciò che risaliva dallo stesso fondo del mare.  Era una «lordura» gradevole a vedersi appunto perché naturale. Ora prevale l lordura artificiale: barattoli di latta, legni schiodati, pezzi di cartone, pezzetti di catrame, e soprattutto sacchetti di nylon e bottiglie di plastica: di queste ultime, ce n’è una ogni pochi passi. Sono bianche, verdi, celesti, di tutti i colori. Qualcuna è un po’, acciaccata, ma in genere sono ben conservate”. Carlo Cassola se ne lamentava sul “Corriere della sera”, nella sua rubrica “Fogli di diario!”, 19 dicembre 1972. Guardava il mare in tempesta, e si faceva compagnia con Montale: “O l’informe rottame\ che gittò fuor del corso la fiumara\ del vivere in un fitto di ramure e di strame”. Ma subito aggiunge prosaico: “Di simili rifiuti è piena la pineta in cui vivo”. La spiaggia e la pineta erano quelle di Donoratico-Marina di Castagneto Carducci, tra le meglio preservate della Toscana.
 
Riso – È tema ricorrente di riflessione anche nella letteratura araba, spiega l’arabista Francesca Maria Corraro a commento de “Le storie di Giufà”, p. 136. Nel “Corano” (53, : 43-44) “si afferma che il riso è un evento strettamente connesso alla vita, in contrapposizione al pianto e alla morte”. Altro riferimento: “Il celebre erudito al-Ğahiz (IX secolo), introducendo una sua raccolta di aneddoti, ’Il Libro degli Avari’, osserva che il riso è la prima espressione, forte e gioiosa, atta ad arricchire il sangue di un bambino”.
Corrao cita infine “un altro rinomato compilatore di libri di aneddoti e facezie, al-Ğawzî”, che al riso attribuisce una funzione liberatoria, “che dissipa le tensioni provocate dall’incontro-scontro con il mondo esterno”.
 
Rumi – È “romano” in arabo-farsì– “romeo”, come dire di famiglia bizantina, cristiana. È Rumi uno dei maggiori poeti persiani, se non il maggiore, mistico, teologo, Gialal al-Din Rumi, vissuto nel Duecento. Nato in Afghanistan, a Balkh, sepolto a Konya, in Turchia, nel Mausoleo di Mevlana – altro nome, farsì, di Gialal al-Din. Detto pure Gialal al-Din Balkhi, dal luogo di nascita.
È “Rumi” anche il Giufà anatolico (oggi si direbbe turco), Nasreddin: “Nel sedicesimo secolo il giurisperito egiziano Gialal al-D in al Suyuti scriveva che non si doveva ridere di Ğuhâ (il nostro Giufà, n.d.r), detto Nasreddin Rumi” – l’arabista Francesca Maria Corrao, “Le storie di Giufà”, p.144.
 
Siena – “La mia, anima per aver dovuto viver1e a Siena, sarà triste per sempre”, … Tozzi, “Bestie”.
 
Socialismo – Si celebra Matteotti per il centenario della morte, ma sulla Rai di destra, degli ex missini e dei leghisti. E si celebra Craxi per i venticinque anni della morte ma ad opera di due antipatizzanti, Massimo Franco e Aldo Cazzullo, e del presidente ex missino del Senato. La sinistra ha perduto la parola – anche per criticare (solo Goffredo Bettini, vecchio Pci, ne propone la rivalutazione, ma “nei limiti di un quotidiano”, “l’Unità”,
https://www.unita.it/2025/01/19/bettino-craxi-un-socialista-a-24-carati-le-emozioni-il-pensiero-gli-errori-del-leader-del-psi/#amp_tf=Da%20%251%24s&aoh=17375533970178&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com)

Vecchiaia – “Ma è poi vero che invecchiando si ha più bisogno di affetto? Io credo che ci si chiuda maggiormente in noi stessi. Per fortuna” – Carlo Cassola a 54 anni, “Fogli di diario” 30 dicembre 1971,
 
Verità – “Di solito nel mondo classico chi conosce la verità perde la vista: c’è bisogno di buio per vedere, gli indovini sono ciechi”, Nadia Terranova.

letterautore@antiit.eu

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