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sabato 20 marzo 2010

Le intercettazioni di Cicco Simonetta

Ci sono stati 130 mila intercettati nel 2009, per milioni di telefonate, e una spesa di 270 milioni. Poco meno di tutti gli aiuti alle piccole e media industria varati ieri, per i quali non si trovano coperture. L’Italia è un paese non più delittuoso di altri, a giudicare dalle statistiche. Ma sì per le intercettazioni, vecchio vizio che affligge la Repubblica dal tempi del Piano Solo, 1964, impunito. Almeno a giudicare dai raffronti internazionali: ci sono 21 intercettati per ogni diecimila italiani, meno di uno per ogni diecimila americani.
È un vizio vecchio, si facevano intercettazioni anche nel Quattrocento, si leggeva la posta. Si scriveva quindi in cifra. Un vizio molto milanese, si capisce che oggi imperversi. L’umanista e statista Cicco Simonetta, capo della segreteria di Francesco e Galeazzo Maria Sforza a Milano, compilò un manuale di decrittazione, “Regulae ad extrahendum litteras zifferatas”. Che è anche, all’ultimo punto, una serie di accorgimenti semplicissimi di antidecrittazione: “Tuttavia, le regole predette possono esser rese inutilizzabili in molti modi, sia scrivendo in cifre una parte del testo in volgare, e una parte in latino; oppure interponendo ed aggiungendo al testo delle cifre che non rappresentano alcuna lettera (nulle) e ciò specialmente nelle parole di una o due oppure tre cifre o lettere; o anche cifrando con due alfabeti completamente diversi; o infine cifrando q e u con la stessa unica cifra”. Regole che però al telefono non valgono più.
Di Cicco Simonetta, di cui Francesco Sforza disse “se Cicho non gli fusse, sarebbe necessario farne un altro, se bene dovesse essere de cera”, non ci sono biografie, nelle tante e pur documentate storie di Milano, da Verri a Treccani degli Alfieri. Francesco Sforza lo disse perché i nobili di Milano non sopportavano Simonetta. Di cui ancora Machiavelli ebbe grande opinione, al cap. XVII delle “Istorie fiorentine”: “Messer Cecco, uomo per prudenza e per lunga pratica eccellentissimo”. Non ci sono biografie perché il segretario era di Caccuri, un paesino del crotonese? Cenni biografici più ampi dei suoi sono infatti disponibili per i suoi familiari, avendogli gli Sforza dato in moglie una Visconti, che produsse una vasta figliolanza nobile.

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