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mercoledì 17 marzo 2010

Quanto marciume nelle intercettazioni

Indagini costose, gratuite e ininfluenti. Un sistema giudiziario marcio nel suo vertice, il Csm, a capo del quale c’è il presidente della Repubblica. Una forza di polizia che a Bari non reprime il crimine e anzi lo usa per destabilizzare la politica. Servizi segreti inutili o “deviati”, se non riescono a proteggere neppure il capo del governo. Ha solo macchie paurose questo nuovo scandalo, e nessun merito - i giornali non si sono ripresi nemmeno una delle copie perdute (possibile che non ci sia di mezzo una troia?). C'è davvero troppo marcio nelle intercettazioni.
Dunque, Berlusconi era intercettato su tutte le utenze. Poiché i giudici di Trani indagano sue telefonate con varie persone, con le quali si lamenta sia di Santoro sia di chi non si lamenta di Santoro. Né c’è collegamento fra i tassi usurari dell’American Express e il commissario dell’Agcom Innocenzi, o Minzolini. L’American Express è la carta di credito più diffusa al mondo. Innocenzi non ne è stato manager né fruitore. Minzolini pure, che è un famoso “giornalista di strada”, e dirige il Tg 1. Né ci ha a che fare il giudice Ferri, che siede al Csm. E non sappiamo naturalmente nulla dell'American Express, praticasse o no tassi usurari: la fornitissima Procura di Trani se l'è dimenticato? O aspetta che passino le elezioni, per non ocndionarle con la storia dell'AmEx?
Dunque, Berlusconi viene intercettato non su un’ipotesi di reato ma perché c’è qualcuno che lo intercetta. Dall’ammasso poi estraendo capi d’accusa, o di scandalo. Innocenzi e Minzolini vengono intercettati quando “si” decide che Trani punterà sull’Editto Bulgaro – Berlusconi vs. Santoro. Il giudice Ferri viene intercettato in tutti gli scandali, perché componente del Csm non allineato.
L’intercettazione è dunque per finta “a trascinamento”. C’è un giudice che indaga su un qualsiasi reato, magari scrivendosi una lettera anonima, e poi dispone le intercettazioni a tappeto. Oppure un corpo di polizia intercetta Berlusconi ovunque e la presidenza del consiglio, seleziona un certo numero di telefonate, confeziona vari scandali, le escort, le grandi opere, Santoro, e poi cerca un giudice che faccia propria di tratto in tratto la pratica.
Com’è andata non si può sapere, ma non c’è un’altra ipotesi di reato. Non è legale ma non è infrequente: è anzi la prassi, tra i carabinieri e alla Guardia di finanza di creare un dossier su una qualunque ipotesi d’illegalità e poi trovare una Procura che lo faccia proprio. La periodicità, già annuale, è ora accelerata, è approssimativamente trimestrale.
Poiché Berlusconi ha due uffici a Roma, varie residenze e un numero presumibilmente alto di cellulari, c’è da dedurre che la Guardia di finanza di Bari per un anno non abbia fatto altro. È la stessa Guardia di finanza che ha tenuto sotto controllo le escort della passata stagione. Tutte peraltro note e schedate. Ma non per far loro pagare le tasse – è incredibile il giro di denaro esentasse negli scandali baresi: sono le vergini confidenti, con cocaina libera?
Berlusconi viene intercettato impunemente a destra e a manca. Fotografato in casa sua in ogni angolo. Registrato abusivamente in ogni sua conversazione. Senza che né i tutori dell’ordine né i servizi segreti muovano un muscolo. Questo significa semplicemente che abbiamo forze dell’ordine golpiste: ogni sincero antiberlusconiano vorrebbe poter essere altrove. Ma si pone anche un problema immediato: perché tanta sicurezza attorno al presidente del consiglio, di scorte, guardie, addetti ai controlli, un sistema carissimo e privilegiato per le forse dell’ordine stesse, tra turni, festivi, straordinari, diurni e notturni, e ferie non godute.

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