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martedì 27 agosto 2013

La prova al Photoshop

La prova maestra è da qualche tempo la fotografia. Si usava nelle grandi guerre per tenere desto l’orgoglio nazionale, e la rabbia bellica, quando la guerra era di fanti alla baionetta. Opportunamente, come veicolo di propaganda. È diventata prova, indiscutibile, da mezzo secolo, da quando Kennedy mostrò le foto dei supermissili sovietici in navigazione verso Cuba. Delle sagome dei missili. Ultimamente erano stati fotografati gli arsenali batterici di Saddam Hussein, e quelli chimici di Gheddafi. Che poi non si sono trovati, ma sulla base delle foto si sono fatte le guerre.
Non aveva lo sguardo felice, John Kerry, né la determinatezza che il caso richiedeva, quando ha mostrato le prove fotografiche dell’uso di armi chimiche in Siria: le armi chimiche lasciano tracce, ma non in fotografia. Il segretario di Stato si sarà chiesto se non gli facevano mostrare le stesse foto che l’ex generale Colin Powell, suo predecessore al dipartimento di Stato al tempo di Bush jr., aveva esibito per fare la guerra a Saddam. Non le stesse, ma della stessa natura: ritoccate.
La pratica è ormai un genere narrativo. Già ai tempi di Clinton se ne faceva la satira, al teatro e al cinema. Il film più famoso, ancora divertente, è di Barry Levinson, “Sesso & potere”:  la prova maestra era un lavoretto tra falliti, sia pure con la simpatia di De Niro e Dustin Hoffman - che la facevano anche mglio: il bambino mostravano in braccio alla mamma.

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