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domenica 25 agosto 2013

Il Mediterraneo è la patria, non consolante

“RAS”: rien à signaler, niente da segnalare”. Nella Marsiglia dei “grigi”, i “marocchini”, abbandonata dai marsigliesi. Nel porto deserto. Su una nave allo sfascio, di un armatore fallito. Il comandante, il suo secondo, e qualche marinaio sperduto tirano le somme della loro vita in mare. Inutile? Incapaci di amare, abbandonati, trascurati, solo radicati nella sporcizia e la violenza dei bar.
È una celebrazione in anticipo di Marsiglia rinata, quest’anno capitale europea della cultura, all’epoca del racconto, vent’anni fa, in disarmo. Senza più cantieri, col porto vuoto, se non di vecchie carcasse, senza più l’urbanità, le luci della Canebière lugubremente spente. Izzo ne canta l’epicedio, ma non si sarebbe sorpreso della resurrezione.
È un omaggio, anche, a Braudel. Alla patria mediterranea: i relitti vi sono “tutti dello stesso paese, il Mediterraneo”. Che unisce e annienta. Non una storia consolante, la nostalgia vi è nera - Izzo aveva questa vena, anche nei gialli che gli diedero notorietà. Tra l’Italia, il Libano, la Grecia. Che non sono l’Italia, il Libano, la Grecia, così come Marsiglia non è Francia, non c’è Francia. Col contrappunto di Gianmaria Testa: “Ti sento addosso, ma non ci sei”. Una storia di malinconie –
Jean-Claude Izzo, Marinai perduti, e/o, pp. 280 € 4,90

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