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lunedì 22 giugno 2020

Lo Stato ideale è senza libertà

Viene con l’“apologia di Galileo”, anche se un quindicennio prima, nel 1602. Il disegno utopico si modula sull’eliocentrismo, e per questo sarà pubblicato tardi e solo in traduzione latina dal volgare italiano (fiorentino), in Germania nel 1623. L’“Apologia” la anticiperà: scritta in fretta e mandata a Roma nel 1616 in tempo per il primo processo.
La società felice è a Ceylon in una città non pacifica: è fortificata e inespugnabile. Ma dentro non ci sono liti, inimicizie, tradimenti, corruzione, fame. La città è su un colle, in cima al quale c’è il tempio del Sole. Governata da un re-sacerdote, con alcuni principi, chiamati Potestà, Sapienza, Amore, e da leggi semplici e certe. Non esiste la proprietà – in realtà esiste, ma non fa differenza:“La communità tutti li fa ricchi e poveri: ricchi, c’ogni cosa hanno e possedono; poveri, perché non s’attaccano a servire alle cose, ma ogni cosa serve a loro”. Non esiste la proprietà familiare, questo sì, della casa, la moglie, i figli, che è la più deleteria: la famiglia è cancellata. La procreazione è regolata dal governo, che individua e decide gli accoppiamenti giusti.
Non una città della libertà, insomma. Benché venga un secolo dopo Machiavelli – di cui Campanella, che aveva già vissuto a Firenze, potrebbe bene avere saputo. La comunità è felice al contrario, perché è regolata e comandata. Sul modello del sistema solare.
Gli aforismi politici sono estratti dalla raccolta “Aforismi politici ed Economica”, composti, spiega Ciampoli, “dalla metà di agosto alla fine dell’anno 1601”, all’inizio della lunga carcerazione a Napoli, “essendo in tale occasione rimaneggiata l’«Etica»”, gli aforismi in materia di etica. Una raccolta di “aforismi”, così si presenta, e “significati lunari rivelati dall’Angelo”.
Numerosi, ma non memorabili: “Il dominio naturale ha comunità naturale, il violento violento”.
“Il  Dominio d’uno buono  si dice Regno o Monarchia: d’uno malo si dice Tirannia; di più buoni si dice Aristocrazia; di più mali Oligarchia; di tutti buoni Polizia (il greco politìa, i buoni cittadini? n.d.r.); di tutti mali Democrazia”. Semplice.
 “Le leggi ottime sono le poche e brevi, che s’accordano al costume del popolo e al bene commune”.
“Dove spesso le leggi  si mutano sono segno di rovina”.
“Dove son più di numero le leggi punitive che instruttive, è segno di mal governo”.
“I troppo poveri sono rapaci e invidiosi, i troppo ricchi superbi e lussuriosi, i troppo ignoranti ruinosi”. Non grandi idee. Per il resto Campanella tratta dei regimi politici in rapporto al clima, e delle colonie.
Tommaso Campanella, La città del Sole & aforismi, a cura di Domenico Ciampoli, Carabba Editore Lanciano, 1911


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