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lunedì 22 giugno 2020

L‘inflazione che non c’è

L’inflazione si è estinta? Usava “galoppare”, per questo la Germania c’impone il fiscal compact, il morso stretto, previdente come usa. Ma da vent’anni l'inflazione non c’è più, da quando c’è l’euro – l’euro è
taumaturgico.
Tutti ricordano che quando passammo all’euro i prezzi raddoppiarono. Ma non ci fu inflazione. Passammo a Eurostat, l’ufficio statistico europeo e Eurostat certifica che non c’è inflazione. Tutti paghiamo ogni giorno qualcosa in più, per le ciliegie, il pecorino, i detersivi, il prosciutto, di ogni tipo, dal Tivoli al San Daniele, anche il giornale, nel suo piccolo, oggi costa tremila lire. Ma non c’è inflazione.
La bolletta del telefono è raddoppiata, e anche qualcosa di più. Quella dell’elettricità si è moltiplicata per cinque, per dieci. Si sdoppiano in bolletta le voci, per non far pesare il sovraccarico di costo: in due, anzi in tre, con cifre abnormi sotto le voci trasporto (il trasporto del chilowattora…) o oneri di sistema (eufemismo fraudolento per il pedaggio, salatissimo, che paghiamo ai signori delle fonti alternative al petrolio, in testa l’Enel – quelli che “salveremo il pianeta”, promettono, e intanto incassano montagne di euro). Il prezzo non aumenta, anche se un kWh costava 8-10 centesimi nel 2000, e ora costa mezzo euro. Più 45 euro a bimestre solo per l’allaccio.
Costa di meno l’abbigliamento? No, la qualità costa di più, e anche molto. Le calzature? Sono quasi tutte di plastica e costano, per la materia che offrono, con sofferenza dei piedi, camminata instabile
e danni alla caviglia e al ginocchio, quindi alla spina dorsale, un’enormità – sono tutte profitto.
Costano meno le automobili? I computer? I cellulari? A Eurostat sì. 


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