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Le mani del governo sul risparmio
Su una cosa che ancora non esiste, una
procedura Ue contro il governo italiano per la gestione politica, contro le
regole, del golden power (contro Unicredit per l’acquisizione di Bpm, e a
favore di Crédit Agricole, n.d.r.), due europeisti convinti come Osvaldo De
Paolini e sul “Giornale” e Angelo Di Mattia sul “Foglio” si scagliano contro.
Con virulenza. Con violenza.
“Che a Bruxelles si continui a mettere
in discussione la sovranità nazionale in tema di sicurezza economica è ormai
diventata una pericolosa abitudine”, è l’esordio di De Paolini. Il motivo? “Di
nuovo nel mirino della Commissione è finito il decreto Golden Power applicato
all’Ops Unicredit-Bpm”. Dove invece il governo ha solo difeso l’italianità di
Bpm. Perbacco, contro il “lurco” Unicredit? E che diritto ha Bruxelles di intromettersi
in una questione di sovranità? “Il ministro Giancarlo Giorgetti è stato molto
chiaro: la sicurezza, anche economica e finanziaria, non è materia comunitaria,
ma competenza esclusiva dello Stato nazionale. E l’Italia la difenderà «a ogni
costo»”. Cioè, sottraendo Bpm a Unicredit, per affidarlo al Crédit Agricole.
Non è giornalismo (non c’è logica), e nemmeno
politica. Non varrebbe soffermarvisi se fosse una bizzarra concezione del mercato.
Del giornalista come di De Mattia – che pure da ex collaboratore di Fazio alla
Banca d’Italia, dovrebbe ben sapere cosa succede quando la politica “si occupa”
del risparmio (delle prepotenze disastrose della politica si ricorda solo quella
contro Baffi e Sarcinelli, ma la persecuzione di Fazio, sempre alla Banca d’Italia,
è stata ben peggiore). De Mattia riconosce che non sa di che lettera si tratti,
ma ritiene necessario, non richiesto (la sua è una lettera al giornale), di schierarsi:
la non-lettera Ue è “una conferma del modo inaccettabile del funzionamento di
alcune strutture della Commissione”. Tale che “è da attendere una doverosa replica
da parte del governo, essendo in ballo la tutela della sicurezza nazionale nei
diversi aspetti, e, se necessario, il ricorso alla Corte di giustizia europea”.
Diversi da che, dalle regole?
Malumori dell’età? Il giornalista e l’ex
direttore centrale della Banca d’Italia sanno di che parlano – e non sono
anti-europeisti. Sanno anche che in queste materie la Ue non si pronuncia per la
prima volta – proprio Mario Monti nel decennio in cui fu a Bruxelles responsabile
della concorrenza e dei servizi finanziari (“mercato interno, integrazione
finanziaria, fiscalità, unione doganale”) ebbe più occasioni di intervenire nel riavvio della “banca universale” e nelle ristrutturazioni bancarie, allora così radicali (l’opus magnum
del governatore Fazio). Si schierano - De Mattia non invoca il santo Giorgetti
(non è Unicredit una banca straniera, controllata dai diabolici fondi?), ma è
come se. Non sul fronte del risparmio, evidentemente.
Il governo deve proteggere il
risparmio. Come, con la mazza? Con le barricate? Il risparmio si protegge da
sé, con le regole. Non con le manomissioni – al netto delle turbolenze interne
a Forza Italia, e tra Salvini e i meloniani. Si fanno le baŕricate contro le prepotenze UE, che ancora non si vedono, per non parlare del nuovo Tuf, che sottomette il mercato al governo?
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