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domenica 12 ottobre 2025

Ombre - 795

La Francia non ha solo un problema di debito pubblico, è troppo alto anche il debito delle imprese, rileva “Il Sole 24 Ore”: “Ha raggiunto i 4.550 miliardi, il 155 per cento del pil”, un record – in Germania è all’89 per cento, negli Usa al 73,7, in Italia al 57.
La globalizzazione, il “mercato”, si è fatto a debito. Il Fondo Monetario Internazionale calcola l’indebitamento pubblico “globale” (mondiale) alla pari quest’anno col pil, con la produzione.


Si scopre, con lo scambio di prigionieri Israele-Hamas, che “migliaia” di palestinesi sono detenuti in Israele senza processo, e senza assistenza legale. Anzi in segregazione. E non se ne sapeva niente. Democrazia? Informazione?

Si modifica il Tuf, testo unico della finanza, per consentire alla francese Agricole il controllo di Bpm arrivando a un centesimo sotto il 30 per cento - elevando dal 25 al 30 per cento l’obbligo dell’offerta pubblica di acquisto dell’intero pacchetto. Dopo avere modificato le regole di gestione, per cui si controlla un’azienda col poco meno del 30 per cento. Da parte di un governo “sovranista”, che ha fatto guerra a Generali per l’accordo con Natixis, francese, e a Unicredit per l’ops su Bpm – dichiarando Unicredit banca straniera, che mette a rischio il “risparmio degli italiani”.
Sotto il sovranismo la vecchia manovra “bieca” di potere. A danno del risparmio – lo è sempre stata. Ma questo non si dice. C’è un perché?

Si litiga su una decisione di Bruxelles in materia di “golden power” che non è stata presa. Litigano Meloni e Giorgetti, e i loro fan nei media. Curioso. Anche perché non c’è mai stata tanta intromettenza politica, sull’informazione e sul risparmio - le banche, bene o male, ci tengono i conti. Neanche quando le banche erano pubbliche. Le Casse di risparmio rispondevano ai potentati locali di turno, ma con discrezione – anche perché le Procure all’epoca vigilavano. Dei grandi banchieri pubblici era soprattutto nota, e non contestata, l’indipendenza, di Mattioli, per dire, Cingano, Siglienti, anche Braggiotti, lo stesso Nesi, Sarcinelli – anche nelle contese, tra Cingano e Braggiotti, o tra Fausti e Arcari.


Meloni giuliva dei viaggi all’estero - unica peraltro viva (che se non ha qualcosa da dire sa però come dirla) nel cimitero europeo – non sa che Renzi arcipotente perse tutto imponendo le sue banche toscane. Dopo che qualche centinaio di migliaia di famiglie ci rimisero molto e moltissimo.
Sembra strano oggi, ma in confronto al potere di Renzi dieci anni, Meloni non è niente al confronto, appena qualche nomina, da poco, di passaggio, Sangiuliano, Giuli, Lollobrigida, la sorella.  

Di una dozzina di frequentazioni abituali la metà hanno o hanno già avuto l’influenza. La Regione però ha prenotato il vaccino per novembre. Poi dice che la sanità pubblica non funziona perché troppo cara, troppo lenta, disertata dalle competenze, etc. Perché manca la testa, un minimo di giudizio.

Lo screzio fra Angela Merkel e la Polonia – il governo in carica e l’opposizione – sul mancato dialogo con Mosca tra il 2018 e il 2022  è intanto verosimile: Merkel dice che la Ue non parlò con Mosca per l’opposizione della Polonia. Ma è comunque uno dei tanti segnali che l’Est europeo – che determina purtroppo l’agenda della Ue da un quinquennio – è un verminaio. Il tono della contesa, se non la sua verità, parla chiaro.

Roma scopre di avere 1.859.221 autoveicoli immatricolati, per 1.600.000 patentati. Nonché essere anche “capitale dello sharing”, di auto, moto, bici e monopattini. Di questi soprattutto. Siamo in transizione, verso dove?
Roma ha anche 330 km di piste ciclabili, e prevede di costruirne altri 700 km. Al costo di 350 mila euro al km - un “investimento” da 350 milioni. Per piste che nessuno usa. Un investimento per restringere la carreggiate ed eliminare qualche centinaio di migliaia di posti macchine al parcheggio.
 
Ferrari dimezza gli investimenti sull’auto elettrica. Mentre per il decimo, o ventesimo, anno non fa più una macchina competitiva alle corse. Dopo Fiat, Jeep, Alfa Romeo e Lancia, Elkann affonda anche la corazzata delle vendite e dei profitti?
 
Continuano le ruminazioni sul voto alla Regione Calabria, dopo quello alla Regione Marche. Sapendo che domani il risultato sarà invertito in Toscana – e fra un mese in Campania e Puglia.
Giornali e tg fanno un subisso di politica, senza dire nemmeno l’ovvio – fare di tutto eccezione, anche dell’alba e il tramonto, è come abbaiare, senza senso.

Fine ingloriosa del candidato Pd-5 Stelle in Calabria, Tridico, dopo una serie di gaffes inimmaginabili. E non si dice che un quarto dei voti che ha raccattato, il 10 per cento del totale del voto, era di due liste socialiste, sotto mentite spoglie, Democratici Progressisti e Casa Riformista – questa con una spruzzata di Renzi, “Italia Viva”. Una delle due ha anche preso un consigliere, l’altra è andata poco sotto.  

Meloni da Vespa fa l’elenco delle accuse avventate che Conte, Schlein e Avs muovono al suo governo. Compresa una denuncia alla Corte Penale Internazionale per “complicità in genocidio” – per le forniture militari a Israele. Il “Corriere della sera” titola: “La premier in tv: presentata una denuncia alla Cpi. Un portavoce della Cpi: nessun atto formale”. Su un testo in cui il portavoce spiega: “Solo le decisioni hanno valore, e non esiste alcuna decisione”. Analfabetismo non è - per fare il caposervizio (quello che fa i titoli) bisogna sapere un po’più che leggere. Ma è sempre vero che la stupidità esiste, per quanto “impegnata”.

Si critica Trump per una serie innumerevole di motivi, compresa naturalmente l’economia Usa, ma non si dice che l’economia in A erica è solida, la più solida, cresce quasi al livello della Cina, gli investimenti in dollari al massimo, e l’euro, malgrado questa corsa al dollaro, pure ai massimi, nel cambio col dollaro. È opposizione? A chi, a se stessi?

Si critica Trump e poi si riporta un conto delle spese Nato che vede gli Stati Uniti finanziare l’alleanza per i due terzi, 997 miliardi di dollari su 1.506, il 3,4 per cento del pil – più di ogni altro (secondi solo alla Polonia, che si arma da tempo contro tutti, per ora contro la Russia).

Negli accordi mediati dalla Croce Rossa e dalla Turchia, la Russia ha restituito all’Ucraina nei tre anni e mezzo di guerra 13 mila corpi di soldati morti, l’Ucraina alla Russia “un migliaio”. Sono la verità della guerra, dietro le “notizie di guerra”, la propaganda, di cui siamo vittime - anche la restituzione dei prigionieri è stata salutata come un segno che la Russia sta perdendo la guerra, “troppi morti”.

Su Epstein, il ricco newyorchese che forniva ragazze, anche minorenni, agli amici, sono chiamati a dare contro alla commissione d’indagine del Congresso i Clinton, lui e ei. Ma i media parlano solo di Trump, se e quanto era amico di Epstein, e se ne aveva “approfittato”. C’è uno scollamento, una voragine, tra l’“opinione pubbica” mediata dai media, e l’opinione comune, sensata, democratica. I media classici si sarebbero detti del salotto buono. Ora sono del tinello, piccolo borghese.  

Il Napoli calcio indovina sempre tutti gli acquisti, pagando poco, la Juventus li sbaglia, li sbaglia tutti, spedendo molto. Una costante da troppi anni. C’è una ragione? Stupidità non è – quello che si è “sbagliato” di più alla Juventus, roba di un paio di centinaia di milioni, è un dirigente che se ne intendeva del Napoli.
Il problema del calcio è che non si conoscono i domicili fiscali dei mediatori – agenti, etc.. Cioè si conoscono, ma sono coperti dai paradisi fiscali.
 
 

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