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venerdì 9 luglio 2010

Ombre - 55

Feroce colpevolista contro Lelio Luttazzi, non colpevole di niente, fu Enzo Tortora. Uno dei primi e dei più duri. Poi vittima-simbolo della giustizia ingiusta. Ci salva dai giudici solo la legge.

L’onorevole Franceschini promette: “Se qualcuno vuole tradire Berlusconi, sono pronto a dargli una mano”. Un posto? Una rendita? Un premio? Confidando nell’impunità di schieramento?
Si può dire questa la settimana delle idiozie del Pd, complice il caldo. Ma questo Franceschini è stato segretario del partito.

Non si ricordano i sindaci del Friuli, nemmeno quelli dell’Irpinia, a Roma a fare a botte con la polizia. Il sindaco dell’Aquila invece sì, che ha avuto le case subito, e ha due miliardi dal governo che non sa spendere. Non c’entra il Sud – l’Irpinia è ben al Sud. Il discrimine è il partito Democratico, cui il sindaco dell’Aquila fa capo. Per la follia. O la cultura dell’incultura.

Il ministro Rotondi che al bancomat a Firenze viene ingiuriato da un signore dai capelli rossi, che per farlo ferma il motorino, e dopo essersi concentrato gli augura la morte, è folklore. S’è mai visto un ministro al bancomat? I soldi ai ministri glieli portano a mazzette a casa. Ma nessun grande giornale lo racconta, anche se tutti inseguono il gossip la curiosità.

Il costituzionalista del Pd professor Ceccanti, col giudice Casson, due che sanno cosa stanno scrivendo, hanno proposto con altri dieci senatori l’impunità del presidente della Repubblica anche in caso di reati penali. Il presidente in carica, Napolitano, si è arrabbiato, e Ceccanti ha spiegato: “Volevamo proteggerlo dai giudici politicizzati”. Ingenuità?

Alla Versiliana, foro culturale estivo della ricchissima Versilia, tra Forte dei Marmi e Pietrasanta, feudi dei “comunisti” Moratti, invitano la nota D’Addario a presentare il suo libro sul letto di Berlusconi. L'ingresso è libero e alcune centinaia di persone vi si affollano. Che non comprano una copia del lbro, e trattano la donna per quello che è, facendola piangere. Che non dev'essere facile. Una gara, insomma, i ricchi non perdonano. “Ha finito per paragonarsi a Gesù Cristo”, riferirà sghignazzando il pur simpatetico “Tirreno”.
Ma nessun dramma, D’Addario era “invitata”, e pagata. Lei si sarà sentita una grande Duse, il suo pubblico un po’ Danton, o Marat. D’Addario era stata invitata in sostituzione di Marcello Veneziani, che doveva parlare del suo libro “Amor fati”, difficilotto, la cultura dei ricchi ha le sue priorità.

Antonello Piroso è rimosso dopo aver detto che i giornali si sono trasformati in buca delle lettere dei sostituti Procuratori della Repubblica. Senza nessuna rimostranza del sindacato dei giornalisti, nemmeno due righe di solidarietà.
Al suo posto viene nominato Enrico Mentana. Con grandi elogi e senza ricordare Piroso. Menta na che si è illustrato col telegiornale delle figlie – di Geronzi, Scalfari, Parodi Delfino, Confalonieri, etc.

Per oltre un secolo, e per l’oltre mezzo secolo di repubblica di Bonn, la Germania è andata cercando tedeschi in tutto il mondo, per la famosa legge del sangue. Anche i tedeschi del Volga, emigrati con Caterina II a fine Settecento, che non sapevano più di essere tedeschi, ma grazie alla Repubblica Federale, e agli accordi di Kissinger con Breznev per l’emigrazione delle minoranze, volentieri si fecero un giro all’Ovest e ristabilirono le parentele. O gli Huterer, i residui battisti, fondamentalisti cristiani, emigrati anche prima, nelle foreste del Canada o del Paraguay - alcuni pieni di mogli, residuo del comunismo originario. Era la politica della legge del diritto di ritorno, del sangue e suolo appunto.
La Germania di Berlino ha naturalizzato invece turchi, algerini, polacchi, latini, africani, quello che serve per la nazionale di calcio, e il risultato s’è visto. Che non vuol dire che il sangue tedesco sia infetto.

Berlusconi ha fatto Brancher ministro per un evidente obbligo di complicità col suo ex dirigente: non c’era altro motivo per il motu proprio. È l’aspetto più vergognoso della vicenda, ma di esso non si parla. C’è diffusa la convinzione, anche tra i suo nemici, che Berlusconi è un perseguitato dell’apparato repressivo?

Sergio Luzzatto sul supplemento culturale del “Sole” domenica cita Montesquieu, “Lo spirito delle leggi”, libro V, cap. XIII: “Quando i selvaggi della Luisiana vogliono un frutto, tagliano l’albero dalla base, e raccolgono il frutto. Ecco il governo dispotico”. Tutto fa brodo contro Berlusconi. Ma: 1) Non c’erano selvaggi in Luisiana, nemmeno in Louisiana. 2) Nessuno ha mai tagliato l’albero per mangiare il frutto, 3) Montesquieu lo sapeva, che raccontava una barzelletta. Anche Luzzatto sa dei “selvaggi” di oggi?
Questo Montesquieu che è all'origine dell'Occidente. Cioè dell'Oriente pere via di Occidente. La sua civiltà dei climi continua evidentemente a fare danni – ma Montesquieu non erA morto con l’eurocentrismo?

“Asfaltati!” è il titolone della “Gazzetta Sportiva” di Milano, il giornale più letto d’Italia, sulla sconfitta dell’Argentina contro la Germania. E “Über alles” l’apertura in seconda pagina. Questa Milano non ci fa mancare niente. Nemmeno la critica al modo, “pessimo”, “volgare”, “ridicolo”, come la Rai segue il Mondiale di calcio in Sudafrica.

In una pagina che ai lettori italiani i grandi giornali hanno presentato come una candidatura autorevole di Montezemolo a sostituire Berlusconi, l’inviato del “Financial Times” apre così l’argomento: “Ricordando la raccomandazione dell’addetto stampa di non chiedere direttamente di politica, faccio al contrario e chiedo: «Non si starà preparando per qualcos’altro?» Proprio in quel momento il suo telefonino suona. Risponde e si mostra irritato, parlando conciso. Chiusa la conversazione mi dice: «Era un giornalista. Dice che Berlusconi ha appena detto che sarei la persona milgiore per diventare ministro dell’industria». Trattandosi d’Italia”, conclude l’inviato, “terra d’intrigo permanente, fui tentato d’immaginarmi che avesse organizzato la chiamata lui stesso”.
Nei grandi giornali, o all’Ansa che ha sintetizzato la pagina, non leggono l’inglese?

In una compiaciuta intervista a “Sette”, il settimanale del “Corriere della sera”, Pierluigi Celli rievoca la stagione gloriosa dei professori alla Rai. Nella quale, dapprima come capo del Personale e poi come direttore generale, provvide a fare piazza pulita di Santoro, Vespa e Minoli. Altro che editto bulgaro, dice. Senza pentirsi.

Nella stessa intervista l’ottimo Celli racconta a sua gloria: “Quando sono diventato direttore generale della Rai ho imposto a mia moglie di lasciare il suo posto di dirigente alla Fiavet, la federazione delle agenzie di viaggio, che aveva rapporti con viale Mazzini”. È difficile immaginare La signora Celli col burqa. Ma l’ottimo Celli sa il fatto suo. È stato il più feroce tagliatore di teste ovunque lo hanno messo, alla Olivetti, all’Enel, alla Rai.

Un signore che ha trascorso due settimane di vacanza al mare al Cinquale di Montignoso, fa causa al Comune perché in quattordici giorni non ha mai potuto far fare il bagno ai suoi bambini, tanto l’acqua era sporca Ma al Cinquale la balneabilità è garantita dall’Arpa, l’Agenzia Regionale Toscana Ambiente, un organismo che in Toscana è una sorta di superpolizia.
La marina di Montignoso è lunga meno di un chilometro, prospiciente Forte dei Marmi, che invece l’attestato di mare pulito ce l’ha nelle targhe, la bandiera blu di Lega Ambiente, o quel che è: il mare cambia colore col Comune?

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