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mercoledì 6 luglio 2011

Il complotto è perfetto contro Strauss Kahn – troppo?

Tutti gli ingredienti del complotto sono presenti nel caso Strauss Kahn. Non è possibile in un albergo americano che una cameriera si prostituisca: i controlli di sicurezza sono al primo posto nei servizi dei grandi alberghi in Usa. Una signorina guineana non pensa a emigrare negli Usa: la Guinea ha come solo orizzonte la Francia. Due problemi che si risolvono se i servizi segreti francesi parlano (lo ricattano, lo minacciano, lo blandiscono, anche senza soldi) col direttore del Sofitel, catena francese di alberghi, di New York. O col suo direttore per la sicurezza. Che normalmente è un ex agente. Mentre la cameriera-prostituta si ritrova sul conto tre versamenti per centomila dollari. Cifra fatidica. Di origine ignota – la polizia di New York parla di entrate dalla droga ma per mascherare la propria incapacità, o connivenza: i soldi della droga non marciano per bonifico bancario da conto cifrato, un pusher non ha un saldo attivo di tale entità.
Il resto è marginale. Una giornalista-politica-poetessa, che copre la psicolabilità con uno strano snobismo, accusa a intermittenza Strauss Kahn di averla stuprata durante un’intervista. Ma la cosa si segnala per essere isolata: di ricordi del genere in questi casi di solito ce ne sono molti. Altre donne che preannunciavano rivelazioni ora tacciono – forse, speranzose, per ingordigia.
I servizi francesi hanno una storia anche recente di obbedienza politica, di spericolatezza, e di approssimazione. Il caso di Gheddafi, dall’abbattimento dell’aereo a Ustica alla guerra in corso, è solo uno. Altre azioni, note perché abortite, tentarono contro Greenpeace, e contro lo stesso Sarkozy. Anche lo sgonfiamento della vittima-teste può fare parte del gioco: i servizi servono sempre più padroni.
L’abbattimento di Strauss Kahn non è da poco: è l’unico spiraglio aperto a Sarkozy alla riconferma tra un anno. Contro di lui il presidente uscente partiva battuto. Addirittura, umiliazione suprema, al primo turno. Il presidente Sarkozy è stato il primo a sapere dell’arresto di Strauss Kahn, tramite la direzione del Sofitel. Sarkozy ha già occupato con una sua fedelissima, Christine Lagarde, l’importante direzione generale del Fmi, al posto dell’ingombrante Strauss Kahn.
Non c’è tassello, insomma, che non combaci nel puzzle del complotto. Che tuttavia probabilmente non c’è stato: i complotti non ci sono mai. Mentre ci può essere, perché no, una prostituta guineana che riesce ad avere il visto per gli Usa (i due paesi, com’è noto, non sono confinanti), e un posto in un albergo di lusso, dove si prostituisce ricattando i clienti. Anche una prostituta che sappia cosa vuole dire direttore del Fmi, perché no.

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