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domenica 10 giugno 2018

Contro i moderni, sono nuovi gli antichi

La battaglia si svolge tra gli antichi e  moderni, sulla traccia di analoga battaglia che si era svolta in Francia. Nella biblioteca di St.James a Londra, oggi parte della British Library.
A Londra, per gli antichi si era schierato sir Wiliam Temple, per il quale Swift lavorava. Che in difesa degli antichi schierava gli autori – mentre ai moderni assegnava i critici. E i modeni diceva nani, che le spalle possenti degli antichi portavano. Erano gli anni, fine Seicento, in cui Swift andava anche componendo la “Favole della botte” (“A Tale of a Tube”), che pubblicherà ai primi del Settecento. Era un critica dei modi di essere, paludati, pomposi, vuoti, delle chiese, l’anglicana, la cattolica e la calvinista. Swift, pastore anglicano, non rinunciò a pubblicarla, benché ne fosse sconsigliato, ma la addolcì con la prefazione, provando a tenere la critica sul terreno letterario.
L’argomentazione principale è sostenuta dal ragno e dall’ape. Quello in difesa dei moderni, e dei critici, l’ape dei classici, e degli autori.
Un classico, tradotto da Masolino D’Amico, con le illustrazioni di Gido Scarabottolo.
La battaglia era irreale – umoristica. Ma il pensiero che si potesse concepire è oggi già irreale.
Jonathan Swift, La battaglia dei libri, Gallucci, pp. 80, ill. € 10.

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