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sabato 16 giugno 2018

La superstizione unisce l’Europa

Una storia e uno specchio di tutte le superstizioni, probabilmente di tutte, insomma di alcune centinaia, per una cinquantina di tipologie diverse: fascino, con malocchio e jettatura, amuleti, astri, erbe magiche, etc.. Compresi i santi e l’arcobaleno – il divieto è tassativo di guardare l’arcobaleno, da Esiodo all’ebraismo del Medioevo.
Si fa presto a dire superstizione, basta un minimo di attenzione. In questa che è una delle sue ultime ricerche, venticinque anni fa, l’antropologo napoletano si diverte fin dall’introduzione a farla girare come una trottola, difesa e arma: del cristianesimo contro I pagani, poi contro i barbari, poi contro i “primitivi”; di Lutero e Calvino contro i cattolici; della chiesa contro le credenze popolari; dell’illuminismo contro la chiesa, e contro fantasia e immaginazione.
Un fenomeno senza patria: “Le superstizioni degli italiani” è il sottotitolo, ma la ricerca Di Nola non limita all’Italia. I dati trova “immersi in una circolarità che attraversa tutti i paesi del continente… Dietro queste credenze è sottesa certamente una koiné” non localistica, “che, già presente, almeno in parte, nel mondo tardoantico, si è venuta consolidando attraverso gli scambi e le migrazioni di simboli tipici del Medioevo”. La sinistra è cattiva e la destra buona a Napoli e Milano “così come su un territorio culturale molto esteso in tutte le culture indogermaniche”. O “i rischi” del gatto, “un superstizione presente dalla Finlandia alla Sicilia”. Con una serie di ipotesi esplicative, su questa come su alter credenze, che fanno il bello del libro. E naturalmente tante curiosità. San Martino protettore dei cornuti, o san Silvestro. L’ombrello aperto in casa. Il carro funebre vuoto…
“La fede nella jettatura rende jettati”: l’antropologo è contro per una ragione semplice. Le suggestioni non sono innocue, potendo “ingenerare, in chi vi crede, quasi una predisposizione a cercare occasioni negative e a farsi vittima di disgrazie, secondo le linee di tendenza inconsce autolesionistiche ben chiarite da Freud”.
L’esito è inquietante. Ma solo per chi ha concezione ferrea – ristretta – della ragione: tutto è possibile. L’apotropaismo è la prima difesa, la difesa contro i cattivi spiriti. Della superstizione non si può dire che sia una difesa, ha anche colpe, anche terribili, ma non senza ragione. Di Nola prova a trovarla? Di Nola è contro, ma non lo fa pesare.
Alfonso M. Di Nola, Lo specchio e l’olio, Laterza, remainders, pp. 147 € 4,25

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