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giovedì 11 novembre 2021

Ombre - 587

Passa il carovita negli Stati Uniti da zero al 6 per cento in un anno, meno di un anno, e i prezzi continuano a correre. Come non detto, nei giornali hanno posto solo gli immunologi - ma quanti sono, migliaia.  

“I magistrati rispettino le regole”, ha detto il giudice Greco dopo di “Mani Pilite” in pensione dopo 43 anni di attività. Come sarebbe a dire, a questo siamo ridotti?
 
Lo stesso giorno il Csm decide infine, dopo aver ponzato per tutti i suoi 62 anni di vita, di mettere fine ai “giudici lumaca”, che depositano le sentenze quando gli fa comodo. Agli incarichi extragiudiziari, molto appetitosi e molto appetiti. E anche alle toghe in cattedra e nei “comitati di sorveglianza”. Altro incarico appetitoso, questo, le amministrazioni straordinarie dei grandi gruppi in stato d’insolvenza, e dove non c’è nulla  da fare, giusto incassare le remunerazioni.
 
L’Italia, come si sa, è all’ultimo posto in Europa per la durata dei processi. Non per i troppi gradi di giudizio, come dicono i cronisti giudiziari, che sono boia mancati, o boia all’epoca della non-pena di morte. No, proprio per la durata dei singoli giudizi: il giudice in tribunale ci va nel tempo libero.
 
“Quattromila, esuberi possibili” nel nuovo piano di Mps per salvarsi, secondo il suo stesso management, impegnato a “salvare” l’indipendenza della banca – e il proprio posto, da qui il fallimento della trattativa con  Unicredit. Al costo di un miliardo, per lo “scivolo” dei dipendenti che si presteranno. Con almeno due anni di “sofferenza”, e un aumento di capitale subito, “nell’attorno dei 3 miliardi”. Niente, bruscolini.
 
Il tutto, dice Bastianini, che di Mps è l’amministratore delegato, per un auspicio: “Se si otterrà un tempo abbastanza lungo”, per la riformina, “penso ad almeno due ani, le condizioni di cedibilità di Mps potranno migliorare”. Un buco enorme, e senza fine. Ma non è uno scandalo – scandalo bancario in Italia è solo la Banca Romana, 1892, tra poco 130 anni.
 
“Ricordo l’esperienza nelle istituzioni comunitarie negli anni ’80 e ’90 con nostalgia e elicità”, dice Silvia Calamandrei a Benedetta Tobagi su “la Repubblica”: “Nell’epoca di Delors, dopo la creazione del mercato unico, si aveva l’impressione di essere pionieri che stavano armonizzando la legislazione d’Europa su valori avanzati, innovativi, sul fronte ambientale, della protezione dei consumatori e della salute. Cera una carica positiva . Il punto di crisi è arrivato quando, invece di approfondire, si è allargata l’Unione”.
 
Romano Prodi, che venne dopo Delors (dopo la corsa Santer-Marin per essere precisi, che però non avevano modificato l’impostazione del socialista Delors), volle l’allargamento della Ue prima del consolidamento, come “un atto dovuto” diceva, ai Paesi che si erano “liberati” dal sovietismo. E come volevano gli Stati Uniti, che contemporaneamente allungavano la Nato. Chissà oggi se la penserebbe alla stessa maniera.  
 
“Negli ultimi 23 anni, dalla privatizzazione del 1998 in poi”, fa il conto Pons su “Affari&Finanza”, Telecom è diventata una nana –“solo il debito cresce” – “per valore di Borsa, perimetro di attività e redditività”. Era un gruppo leader in Europa. Stava perfino introducendo la rete in fibra, con 23 anni di anticipo, col progetto Socrate, Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso Telecom, il cablaggio dell’intera penisola a fibra ottica, quello che poco e male si va facendo oggi. Un gruppo sacrificato all’ideologia della privatizzazione. In mani che si sono soprattutto impegnati a spolparlo, dagli Agnelli a Colaninno, Tronchetti Provera – il meglio della Nazione: niente investimenti, riduzione del personale, la solita ricetta.
 
Picasso non è mai riuscito a ottenere la cittadinanza francese? Sembra impossibile, ma è il tema di una mostra a Parigi. Che senso hanno le pratiche di cittadinanza, che senso ha la burocrazia?
E come faceva Picasso, viaggiava con passaporto spagnolo, franchista?
 
Ben più “ricca” del reddito di cittadinanza, la truffa su eco bonus e sismabonus al 110 per cento. Di cessione di crediti verso lo Stato per lavori inesistenti, anche su richiesta di persone ignare. Su iniziativa di imprenditori edili, veri e fasulli. Con complicità in banca. L’Agenzia delle  Entrate ne ha scovate, “sicure truffe”, per 800 milioni. E non c’entra la mafia.
 
A proposito del reddito di cittadinanza a ricchi e mafiosi, Antonio Mastrapasqua ricorda che durante la sua presidenza, dieci anni fa, l’Inps eseguì poco meno di un milione di verifiche sulle pensioni di invalidità civile, trovando che “più o meno una su quattro era stata erogata senza che vi fosse titolo”. È una pratica ricorrente fin da metà Ottocento, dalle politiche inglesi contro la povertà.

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