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venerdì 14 ottobre 2022

La libertà si fa

Sul solco di “L’essere e il niente”, il “saggio d’ontologia fenomenologica” di Sartre, pubblicato l’anno prima, e a contestazione di “Lo straniero”, il racconto di Camus (“Oggi la mamma è morta. O forse ieri…”), comparso l’anno prima, nel 194e, de Beauvoir debutta nel 1944 con una riflessione composita sulla libertà: quale etica per la libertà. Avviandola col paradosso che Cinea cinico pone a Pirro, re assetato di conquiste: “E poi?”  Ci dev’essere una fine: un fine. Non si può errare a vuoto, tanto per tentare, provare.

Ma più che sullo “Straniero” di Camus, il trattatello, in piena occupazione “felice”, si direbbe una riflessione sullo sull’“Ecclesiaste” di san Girolamo, “vanità delle vanità e tutto è vanità”: perché fare (imparare, viaggiare, operare….)? È articolato per temi: l’istante, l’infinito, Dio, l’umanità, la situazione, la dedizione, la comunicazione, l’azione. Concludendo alla necessità del fare, contro l’inerzia del “cinismo”.

L’infinito è tema che oggi si ripropone, nel dibattito sull’immortalità, il prolungamento della vita. La finitezza è l’infinito dell’uomo, argomenta de Beauvoir: “La finitezza dell’uomo non è subita ma voluta: la morte non ha qui quella importanza che le è spesso attribuita. Non è perché muore che l’uomo è finito. La nostra trascendenza si definisce concretamente al di qua o al di là della morte”.

Storicamente, all’uscita, una dimensione diversa dell’esistenzialismo. Non un fare per fare, un’agitazione sterile – “ansiosa”, “angosciata”, “disperata”, come voleva la vulgata - ma una ricerca, coscienziosa: “Qual è dunque la misura di un uomo? Che scopi si può proporre, e che speranze gli sono permesse?”. L’ambiguità se si vuole, ma come ricerca in continuo, contro l’assurdità, contro la vulgata dell’esistenzialismo come filosofia dell’assurdo.

L’assunto si preciserà, alle condizioni storiche di quegli anni, nel saggio successivo, 1947, “Per una morale dell’ambiguità” - al quale “Pirro e Cinea” verrà sempre collegato nelle successive riedizioni: uno “studio sull’azione” richiesto a de Beauvoir da Camus... Alla rilettura, la felice sorpresa di una de Beauvoir che si fa sempre leggere, anzi ora meglio di prima, mordente e precisa.

Simone de Beauvoir, Pyrrhus et Cinéas, Folio pp. 117 € 3

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