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lunedì 10 ottobre 2022

Che ce ne facciamo degli slavi

Se al conclave del 1444 fosse stato eletto papa il dotto Bessarione invece del Borgia – il primo dei Borgia? La storia, si sa, non ama le sliding doors: nessuna porta è quello che sembra, o promette, o s’immagina. Ma nel caso sarebbe stato differente: la chiesa latina si sarebbe conciliata con quella ortodossa, Costantinopoli magari non sarebbe caduta dieci anni dopo in mano ai turchi, la questione slava sarebbe stata quanto meno affrontata sei secoli fa, mentre ancora è del tutto irrisolta: che ce ne facciamo, anche se sono più di tutti gli europei latini e germanici (mediterranei e nordici sarebbe meglio) messi issieme. Perché di questo l’Europa ancora soffre, anche a distanza da Hitler, che li odiava quanto gli ebrei, e pur rinnegandolo: che ce ne facciamo degli slavi?

Sonio sempre litigiosi, è vero. Tribali. I russi contro gli ucraini sono una minima parte, per quanto terribile appaia ora, di innumerevoli faide, latenti. I polacchi contro gli ucraini sono in agguato, gli slovacchi contro i cechi, la Serbia contro tutti gli altri slavi viciniori, o tutti, per essere esatti, contro la Serbia, i moldavi checché essi siano, o i bielorussi, contro i russi. E delle enclaves non slave entro il mondo slavo: rumeni contro russi, baltici contro russi e polacchi. E naturalmente c’è una questione polacca, dai tempi remoti del liceo (dall’incubo “la terza guerra, di successione, al trono, di Polonia”): oggi della Germania annessa dalla Polonia nel 1945, e della Polonia annessa dalla Russia (e dall’Ucraina) alla stessa data.

A un ragionamento semplice, la questione non è complessa. Fare la guerra agli slavi non è possibile – una guerra di sterminio? Non sarebbe nemmeno vantaggiosa sotto nessun aspetto. Quindi bisognerebbe conviverci. Resta il problema del tribalismo incomprimibile. Ma non si è sempre detto che in una unione più grande gli scontri interni, civili o tribali, si compenserebbero in qualche modo, o si dissolverebbero – tirolesi contro italiani, fiamminghi contro valloni, bretoni o corsi contro francesi. catalani probabilmente contro spagnoli, etc.? Il problema è se c’è questo involucro europeo o unione, entro il quale dissolvere la questione degli slavi, provarci quantomeno. Se le richieste russe di attenzione fossero state in qualche modo accolte dall’Unione Europea, che pure non è schifiltosa (ha trattato per molti anni perfino con la Turchia - e col turco Erdogan, non un fiore di democrazia), ci sarebbe stata la guerra? E con la guerra dentro casa, seppure guerra tra slavi, l’Unione stessa non rischia di soccombere? Perfino fisicamente, non solo come il progetto politico che ora si svela inconsistente.

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