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lunedì 19 giugno 2023

Storia pruriginosa di un falso piccante

Il film di una beffa letteraria particolare, di un’adolescenza tra il lubrico e la violenza. Un fim dal vero: oggi usa chiamarli docufilm, ma questo è sceneggiato, e recitato, con un cast di nome, Kirsten Stewart e Laura Dern tra gli altri, una vera storia.
Una scrittrice, Laura Albert, ha avuto finalmente successo dandosi uno pseudonimo, J.T.LeRoy, criptico ma maschio, e un passato tormentato, perduto giovanissimo, fra stupri, marchette, droga, nelle stazioni di servizio del West Virginia, dove si prostituisce insieme con la madre, e altrove. Il filone della violenza sui minori caricando di ogni eccesso. Il primo successo replicando, con “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” dopo “Sarah”. Entrambi i romanzi presentando come storie dal vero.
I romanzi fecero epoca, una dozzina d’anni fa, nella critica, anche internazionale, oltre che tra i lettori – tra gli ammiratori dichiarati molte star, Toma Waits, Bono, Suzanne Vega. Alle sollecitazioni del pubblico e della stampa Laura Albert e gli editori risponsero con la “creazione” anche fisica del falso LeRoy: un’occasionale conoscenza della scrittrice, giovane, androgina, si presta a impersonare il dissoluto giovanotto sulla  via della redenzione. Dapprima con “foto dello scrittore in varie occasioni”, poi con letture in pubblico, a distanza, infine con una conferenza stampa – a Parigi, dove naturalmente una bella parigina s’infatua del bel dissoluto. Fino a quando “New York”, il settimanale, e il “New York Times” ne rivelarono l’identità – per prolungare il successo con lo scandalo.
Una storia di successi piramidali del falso. Il film punta sulla vicenda a due, autrice e amica impersonatrice. Nella chiave dell’ambiguità di genere, e forse per questo il film è presto passato all’archivio – o perché è uscito in prossimità del covid. Ma è una storia a più strati e molto curiosa, dell’editoria, e dell’opinione pubblica, nel Millennio: il bisogno di violenza, il bisogno di depravazione, il gusto voyeuristico dell’infanzia o adolescenza abusata, l’androginia, la creazione del best-seller, l’anonimo.
La vicenda di “J.T.Leroy” è doppiata dalla storia del film. La soggettista e sceneggiatrice, nonché coprotagonista del film, è la stessa “amica” che si prestò a impersonare J.T.Leory, Savannah Knoop. Che sulla vicenda aveva imbastito il suo proprio best-seller,  “Girl Boy Girl: How I became JTLeroy”. E in parte sulla intervista-confessione, in parallelo, della stessa  Laura Albert, “Essere J.T.LeRoy”.
L’intervista è più sapida del film, per la verità, sullo stesso versante piccante: il godimento a inventarsi maschio, benché sposa e madre, la progressiva identificazione col maschio J.T.LeRoy anche dell’amica giovane impersonatrice, un set di “Ingannevole è il cuore” dove la coca gira come l’insalata. “Ingannevole è il cuore” è il film americano di Asia Argento, con un cast rispettabile e perfino venerabile, presentato alla Quinzaine des réalisateurs a Cannes nel 2004. I rapporti fiammeggianti di Asia col lui\lei che impersonava J.T.Leroy, col vero impersonatore, la propria cognata di Laura. La verità è una buona vendita.
Justin Kelly, J.T.Leroy, Sky Cinema


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