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martedì 10 febbraio 2009

Il mondo com'è (14)

astolfo

Antifascismo - È stato la forza del fascismo, e non solo per il principio dialettico. Debole, litigioso. Che restringe con la faziosità l’opposizione invece di farla lievitare. Una opposizione divisa, faziosa, può isterilire l’opposizione più vasta degli animi. L’unico suo esito è “Cristo s’è fermato a Eboli”. Ma è stato pubblicato nel 1945.

Islam e Usa – Il conto non è ancora saldato tra l’islam e gli Stati Uniti, c’è qualcosa di oscuro nell’emergere dell’islam a questione mondiale principale. È così che dei quattro handicap con cui la presidenza Obama parte, ben tre, crisi economica a parte, si trovano in campo islamico: l’Afghanistan, che Obama non può perdere, la bomba iraniana, che non può consentire, e una qualche pace in Palestina. Un quarto handicap in campo islamico forse l’ha risolto, in Iraq, ma allora grazie alla determinazione del deprecato Bush.
Oltre che inevitabili, i tre handicap sono allo stato insuperabili. Anche perché gli Usa continuano a non avere una dottrina e una strategia in campo islamico: in questi trent’anni di khomeinismo, hanno continuato a barcamenarsi tra la vecchia dottrina della diga antisovversiva, creata negli anni 1970 con Zia ul Haq in Pakistan, da cui discende l’estremismo talebano e qaedista, e l’appoggio al moderato confessionalismo dell’Arabia Saudita, con cui governano il Libano e, in questa fase, l’Iraq. Non c’è una reale apertura verso l’Iran, che l’Arabia Saudita non consente, e on c’è un’adeguata pressione contro l’Iran e sul Pakistan. La storia dell’armamento nucleare iraniano è perfino singolare, avvenuta in regime di embargo economico, e ignota solo allo spionaggio americano.

Kissinger – Dal Congresso di Vienna ha cavato la globalizzazione. Una persona impacciata, anche nell’espressione, ma con vista acuta e il sangue freddo. Dalla guerra sconfinata perduta in Vietnam e l’implosione dell’America, fu a rischio lo stesso solidissimo impianto costituzionale e istituzionale degli Usa, con l’Europa alle calcagna, dell’Est e dell’Ovest, e il Giappone, e l’America Latina, senza dollaro, fa una cosa semplice: lancia l’amo all’Asia, degli arabi, dell’Islam (di Zia ul Haq), della Cina. Una semplice mossa dell’intelletto, senza la spesa di un centesimo, senza sacrificio di vite umane, senza nemmeno le fanfare per dirlo. E dopo nemmeno vent’anni, a Tien An Men, l’America rinsalda la leadership mondiale annettendosi la Cina. Il Congresso di Vienna gli ha insegnato che ci vuole un padrone nel mondo. Ma che il potere si regge nell’equilibrio, nel mutuo interesse.

Occidente - È superiore perché ha sempre mantenuto spie: mercanti, missionari, agenti provocatori. Persone in grado di dominare le altrui culture come la propria. Gli indiani invece, e gli orientali in genere, compresi gli arabi e gli stessi cinesi, quando incontrano l’Occidente sono capaci solo di restare a bocca aperta. Da sempre vittime del complesso occidentale di superiorità. Qualcuno la rifiuta per un apriori nazionalista, gli altri si fanno servili, tutti riconoscono la superiorità dell’Occidente. Ma, poi, non c’è al mondo somma di libertà, sulla carta e reali, che eguagli quella dell’Occidente, le idee comprese e le religioni.

Russia - Conta la geopolitica e il fatto che la Russia esiste, non si è liquefatta. La cosa è nota alla diplomazia italiana, e sicuramente agli atti di quella del Cremlino, che non si può fare a meno della Russia volendo operare nell’immenso serbatoio di risorse che è il Centro Asia. Dove molte repubbliche di tipo “sovietico” sono sorte dall’Urss, che talvolta fanno dell’antirussismo l’unica ragione d'essere dei loro monocrati. Ma non c'è altra possibilità, volendo operare in quelle immense aree, in una ottica di sviluppo, che portare i capataz locali alla ragione, e cioè alla collaborazione con la Russia. Senza la quale non hanno sbocchi.
Queste cose l'Italia le sa anche per essersi ingolfata con l’Onu, e cioè con gli Usa, nella guerra in Afghanistan, che non si può vincere, e anzi si sta perdendo, senza la sponda sovietica – l’unica sponda contro il terrorismo islamico, qaedista e talebano, è il Pakistan, ed è infido. Ma si è trovata sola a perorare la fine dell’isolamento russo, contro l’ipocrisia dei potenti europei, la Francia, anche quella di Sarkozy, e la Gran Bretagna, che ancora gioca col Cremlino come nella guerra fredda, alla Le Carré – per il solo diletto, peraltro, dei media italiani, a Londra si sono già stancati. Mentre Angela Merkel, come tutti i politici che vengono dal freddo, non sa che voltare istintivamente il capo dall’altro lato.
Ora i grandi gruppi del gas, la Siemens e il Deutsche Bahn fanno campagna perché la Germania tenga conto dell’orso russo. Ma gli Stati Uniti potrebbero arrivare prima a Mosca: senza Bush-Cheney, e la loro strana politica di ostracizzare Mosca perché non è abbastanza democratica, e anzi di assediarla con la Nato, l’ostracismo è probabilmente già finito. L’America, che ha inventato i diritti umani per tenere a bada Mosca, sa come gestirli.

astolfo@antiit.eu

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