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martedì 2 giugno 2009

Montalbano in bella vista

Una storia senza storia. Per di più con molto sangue – Camilleri “si adegua” allo splatter in voga. Che dà però la chiave, nella lettura che impone travolgente, del successo di Montalbano, tutto nei particolari: i contorni, le caratterizzazioni, le fantasie, le ovvietà. Specie nel personaggio principale, che è qui spiegato in dettaglio: antisiciliano (tutti mafiosi), antitaliano (tutti scemi), tribale, antifemminista, autoritario. Una ricetta che funziona per il lettore rapido, che non vuol essere distratto, e per il degustatore. Il fascino è anche di un personaggio desueto, in tempi di politicamente corretto. Anche l’aneddoto, in sé non travolgente (il capomafia cattivissimo con passione transessuale), è più che divertente: conferma un Camilleri autore “leggero”, e in questi casi, quando bisogna raccontare la mafia, eccezionalmente vero – non terribilista cioè. Ma più in generale, Camilleri sfonda perché è, eccezionalmente, realista: rappresenta la Sicilia, e il Sud, quali sono.
Montalbano in un certo senso è un mistero, che abbia tanto successo. Come l’investigatore del suo omonimo Mantalbàn, Pepe Carvalho, è simpatico ma di nessun carattere. Non sniffa, non porta il cilicio, raramente scopa e sempre costretto: non ha passioni, se non ultimamente, Berlusconi, e ha una fidanzata ma la tiene lontana,anche a costo di trucchi complicati, e senza che si possa dirlo nemmeno ricchione. Per cui uno ha il sospetto che il vero Montalbano sia Zingaretti, col suo regista Sironi e il produttore Degli Esposti che l’hanno fatto vivere al cinema, in sé sarebbe una non persona. Invece no, Montalbano un tempo era al Sud il “fascistone”, un capoccione dotato di molto ego (si dice personalità) e che non bada a nessuno, al procuratore, al questore, al vescovo, all'onorevole, una sorta di anarchico dell'ordine.
Ma Montalbano non è solo Sicilia, o Sud, essendo anche un tipo politico. E uno, sotto le apparenze provinciali e tradizionali, molto contemporaneo. Camilleri, che è antiberlusconiano di prima fila, potrebbe cominciare a interrogarsi da qui, dal suo personaggio: la fidanzata introdotta per lunghe pagine e di colpo trascurata, puro dileggio, ragazze e checche ricattabili e ricattate, politicanti mai puliti o intelligenti, questure di trogloditi.
Andrea Camilleri, La danza del gabbiano, Sellerio, pp. 261, € 13

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