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mercoledì 14 luglio 2010

È all’Ansa il Cominform

I lettori di giornali italiani sanno oggi che l’Onu ha condannato il disegno di legge sulle intercettazioni. Non sanno che l’Onu in questione è un suo funzionario a Roma, Laura Boldrini. Che da un paio di legislature è in attesa di un collegio sicuro Pd. Che l’Onu non è organizzata per condannare alcunché. Eccetto gli scarsi poteri del suo segretario generale, che li esercita in casi eccezionali, di minaccia grave alla pace o ai diritti di sopravvivenza di intere popolazioni. Soprattutto l’Onu non può esercitarsi sull’autonomo potere nazionale di fare le leggi. Figurarsi su un disegno di legge.
Il modulo peraltro è ricorrente. Su ogni disegno di legge si fanno interventi cadenzati dell’Onu, dell’Unione Europea (fino a un paio d’anni fa, ora della Corte europea di giustizia), dell’Organizzazione per i diritti civili, Oapesc o qualcosa del genere, un organismo antisovietico nato tardi una trentina d’anni fa, di un giornale britannico, e di uno di Murdoch, meglio se il “Wall Street Journal”. È la vecchia tattica Comintern-Cominform, di sparare cannonate anche contro le mosche, tanto non costano, se non alla verità, che comunque è quella del Partito. Che si fa oggi in economia: basta passare l’intervento all’Ansa, che se ne fa gratuitamente megafono. Nei giornali e nei telegiornali i dirigenti di stanza negli uffici centrali provvederanno a evidenziare la condanna negli occhielli o nei sommari – un tempo se ne facevano titoli, ora si punta all’evidenza del particolare. Anche nei giornali e nei telegiornali di Berlusconi.

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