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giovedì 31 marzo 2011

La giustizia puzza alla testa, al Csm

Dopo Why Not, Toghe Lucane: De Magistris colleziona assoluzioni. Tutte, a diverso motivo, gravi. Perché con Why Nord il deputato di Di Pietro ha rovinato il governo Prodi, con testimoni falsi: parti in causa o pregiudicati. Con Toghe Lucane perché ha infangato trenta personaggi in vista in Basilicata, con 24 capi d’accusa, alcuni molto gravi, tutti insussistenti, rovinandone la vita e la carriera. Tra essi Elisabetta Spuitz, che all’epoca era direttore generale al Demanio. Uno degli imputati, Felicia Genovese, Procuratore anti mafia a potenza, fu trasferita dal Csm a Roma, giudice al Tribunale. Non per altro, riferisce M.Antonietta Calabrò sul “Corriere della sera”, che le voci messe in giro da De Magistris: “Nella sentenza, che valutava unicamente il profilo cautelare…., il Csm giustificava la scelta del trasferimento anche alla luce della diffusione mediatica che, su scala nazionale, avevano ricevuto le notizie relative all’indagine di Catanzaro”. Come dire: De Magistris aveva già condannato con le tante interviste e i talkshow.
E questo è il vero problema, il Csm. La sua composizione, le sue funzioni. Se il giudice si muove per interesse personale, o per pregiudizio, la colpa non è verificabile in tribunale. Sta alla sensibilità
del Csm prevenire o sanzionare questi comportamenti. Il Csm da vent’anni persegue invece la politica sistematica di non sanzionare gli abusi. E anzi, nel caso della giudice Genovese, a colpevolizzare la vittima: non era stata Felicia Genovese a suscitare la “diffusione mediatica” ma De Magistris.
Il problema è in realtà la giustizia politica. Che da vent’anni è irrefrenabile. E che, bisogna prenderne atto, ingloba anche la più alta carica dello Stato, la presidenza della Repubblica. Per l’inamovibilità che ha in comune con la giudicatura, essendo la massima giurisdizione dello Stato eletta per sette anni. Non si saprebbe trovare altra ragione per l’accondiscendenza allo straordinario golpismo del Csm - fatto di evidenza assoluta - di personaggi quali Scalfaro, Ciampi e Napolitano, che dello stesso Csm sono costituzionalmente i presidenti.

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