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lunedì 19 dicembre 2011

L’asta boomerang delle frequenze

Potrebbe essere una freccia avvelenata a Monti l’ordine del giorno di Fini e Casini che impegna il governo a indire una gara per le frequenze tv del digitale terrestre. Lanciata per colpire Berlusconi, potrebbe invece mettere in difficoltà il governo. Gli operatori interessati non l’hanno infatti presa bene, poiché si traduce in un ennesimo rinvio, dopo tre anni. In contrasto con il principio di affidamento. Ed è palesemente incompatibile con le condizioni di mercato. Difficilmente La 7, cioè Telecom, in deficit e in debito, e Sky, in perdita rapida di abbonamenti, potranno competere. Mentre H3G ha già lamentato l’azzeramento delle procedure e la ripartenza con nuove regole.
Nel recente passato, peraltro, sia H3G che Telecom avevano protestato inutilmente contro la diversa procedura di assegnazione delle frequenze, onerosa per la telefonia, gratuita per la tv – cioè per la Rai e Mediaset. Solo tre mesi fa si era chiusa l’asta onerosa delle frequenze tlc, che aveva visto i quattro operatori nazionali sborsare poco meno di quattro miliardi per le licenze G4. Il precedente sarebbe poco promettente perché l’asta G4 è partita in altra epoca. È cioè il completamento del passaggio alla banda larga, partito nel 2002 con l’assegnazione delle frequenze G3. Una gara che allora aveva portato a un incasso di 14 miliardi. H3G potrebbe anzi disinvestire e\o uscire dal mercato, il maggiore investimento straniero in Italia nella storia della Repubblica.

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