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lunedì 7 settembre 2015

Tutto quello che non sappiamo dell’Islamic State

Cos’è l’Is, dov’è?
Com’è organizzato, chi lo comanda?
Quanti armati ha l’Is?
Che armamento ha l’Is?
Come fa l’Is a “governare” quattro quinti della Siria e mezzo Iraq, una volta e mezzo l’Italia – oltre a buna parte della Libia, della Nigeria, e forse dell’Afghanistan?
Tanto più se i suoi miliziani sono cattivi soldati e incapaci amministratori.
Perché mille paracadutisti, magari inglesi e francesi, o anche quelli tedeschi di Mogadiscio contro i palestinesi, non hanno liberato Palmyra?
Perché non c’è nessuna strategia militare - e nemmeno di intelligence, non a difesa dell’Europa - contro l’Is?
Perché l’Is è un fenom no così smaccatamente propagandistico (regie, scenografie, eventi), a opera dei media occidentali?
Si fa la pace con onore con l’Iran, protettore di Assad, ma si vuole rimuovere Assad.
Si colpisce Assad per colpire Putin, suo protettore? E perché dobbiamo colpire Putin?
A spese dei dieci o dodici milioni di siriani vittime della guerra, che poi possiamo accogliere con i fiori e le bandierine?
Si vuole dare ragione a Baudrillard, “Simulacri e simulazione”, “Guerra virtuale e guerra reale” – la politica imita la sua interpretazione?
L’Iraq bombarda l’Is oggi: non poteva farlo prima, in questi due anni in cui l’Is lo ha semioccupato?
Hollande dice da tempo che sta bombardando l’Is: dove, come?
Centinaia di mussulmani francesi, forse migliaia, sono arruolati nello Stato islamico: come è potuto accadere, che la Francia non lo sapesse? Con che spirito Hollande bombarda lIs in Siria, o annuncia di volerlo fare: pensa a una scampagnata?
Erdogan dice che bombarda l’Is oltre frontiera e invece bombarda i curdi turchi: è possibile.
L’Egitto ha bombardato l’Is a Derna, pochi minuti, e l’ls è scomparso da Derna: anche questo è possibile.

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