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sabato 24 novembre 2018

Le infedeltà dell'autentico Heidegger

Le lettere di Heidegger alla moglie Elfride, quelle da lei conservate, e poi affidate alla nipote Gertrud per la pubblicazione. Dalla primissima, “cara signorina Petri”, del 9 dicembre 1915, a quella del 10 aprile 1970, l’ultima, sempre affettuosa, da Augusta, subito prima del colpo apoplettico che il filosofo soffrirà mentre era a letto con un’amante. Una delle tante amanti che nel libro s’incontrano – ma di questa, che pure parteciperà cinque anni dopo al funerale di Heidegger, si tace il nome: la pubblicazione ha richiesto un complicato iter autorizzativo da parte dei parenti e eredi delle donne coinvolte..
Un libro di lettere d’amore, dunque – dopo l’ictus, finite le lettere, sarà comnque sempre lei, la moglie, ad accudire lui per cinque anni. Ma di fatto una storia di infedeltà, dalla parte di lui soprattutto, ma anche, e inizialmente, dalla parte di lei. Cui si potrebbe anzi attribuire la molla delle infedeltà continue di lui. Una breve nota del secondogenito della coppia, Hermann, il figlio da Heidegger prediletto, accompagna le lettere con la confidenza che la madre gli ha fatto a quattordici anni, quindi nel 1934, obbligandolo al segreto, che lui è in realtà figlio del padrino di battesimo, il dottor Friedel Caesar, suo amico di gioventù. Concepito dunque fuori del matrimonio otto mesi dopo la nascita del primogenito Jorg.
Non una cosa tragica. Lui non manca di rimproverarle l’adulterio. Lei non mancherà di rimproverargli le “menzogne”. Lui non nega, ma ha bisogno di “fuoco”, dice, per poetare-pensare. Lei glielo accorda.
La parte più godibile della compilazione sono le note della curatrice, Getrud Heidegger, che contestualizza le lettere, con note a ognuna sempre interessanti, e compila dela coppia due biocronologie familiari, e non, dettagliando le amanti di lui, tantissime, e probabilmente non tutte. Col corredo di numerose interessanti foto.
Un libro di lettere d’amore e di tradimenti, non una novità. Ma si legge con curiosità proponendosi lui, tanto inautentico, come il filosofo dell’autenticità.
È solo una parte delle lettere di Heidegger alla moglie. Senza le lettere di Elfride. Per scelte non spiegate della nipote Gertrud. Una pubblicazione che ha avuto vicende complesse, di cui Hermann Heidegger, cui il filosofo ha confidato la pubblicazione dell’opera omnia, si è lamentato all’epoca  lungamente in un’intervista con Angel Xolocotzi, pubblicata da “Micromega” nell’“Almanacco di filosofia” del 2007.  Parte di una cura editoriale delle opera di Heidegger disorganica e “parentale”, più che filologica, che Thomas Sheehan poteva lamentare in dettaglio già nel 1980, in un saggio sulla “New York Review of Books” del 4 dicembre, quando ancora solo una ventina di volumi dell’edizione diretta dallo stesso Hermann erano apparsi. Un’edizione non critica, più che altro mirata al mercato. Come ultimamente si vede con la pubblicazione a sorpresa dei “quaderni neri”, i quaderni di appunti di Heidegegr, più che altro mirati al success de scandale. Si direbbe il libro della infedeltà, familiare e editoriale.
Martin Heidegger, Anima mia diletta, il melangolo, pp. 381 € 28

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