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lunedì 23 gennaio 2023

L’imperialismo russo

L’imperialismo è inteso come dominio oltremare. E fenomeno ottocentesco, e protonovecentesco, legato al colonialismo. Nel caso della Russia, poco studiato, è invece continentale, in Europa orientale e in Asia. Proiettato, oltre che in Siberia, terra nullius, verso il Caucaso e il Caspio, Persia inclusa, con lunghe guerre contro l’impero ottomano, fino all’avventura tardosovietica dell’Afghanistan occupato. E duraturo, fino al crollo dell’impero sovietico, 1989, e poi ancora dopo.
Lo stesso sovietismo è stato una maniera dell’imperialismo russo, in Europa Orientale e in Centro Asia. Stalin semplicemente occupò Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Ucraina, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Jugoslavia, Albania, e ci provò anche con la Grecia. E il Centro-Asia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan. Sotto una copertura ideologica ma con la forza - con la violenza acquisì l’impero sovietico e con la forza lo mantenne.
È stata russa anche la Finlandia quando si liberò dal giogo svedese, granducato dell’impero russo, dal 1809 al 1917 – divenne indipendente dopo una guerra civile tra “rossi” filorussi e indipendentisti.   
Dell’Ucraina si sa. Fu il ceppo della Stato russo, un migliaio di anni fa, la Rus’ di Kiev. Poi preda di diversi khan locali. Finché non finì in parte sotto i re polacchi della Confederazione polacco-lituana, o Res Publica delle due Nazioni, e in parte entro l’impero russo. Fu indipendente nel 1922, ma come membro dell’Unione Sovietica, integrata alla Russia – pienamente indipendente dalla Russia solo nel 1991.

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