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lunedì 5 giugno 2023

Come partì la conquista del West

 “La spedizione Lewis e Clark del 1804-1806 è la più grande avventura di esplorazione della storia americana”, esordisce il decano degli specialisti di Storia americana: “Gli astronauti degli anni 1960 sapevano di più della superficie della luna dove dovevano atterrare che Lewis e Clark del Nord-Ovest del territorio della Louisiana che il presidente Thomas Jefferson li mandava a esplorare”. Dopo che il territorio fu acquistato dalla Francia. Una spedizione, poi trascurata a lungo nella storia americana, che fu all’origine  della “scoperta del West”. Dell’America centro-occidentale – Lewis a Clark furono i primi americani a mappare il territorio, nella fascia meridionale, fino al Pacifico, e a piantarvi la bandiera. Una missione confidata a un capitano. Merywether Lewis, e un sottotenente, William Clark.
La rivista ripubblica nel numero datato 8 giugno un saggio di Wood del 1996, sotto forma di recensione di uno studio che rimetteva alla cronaca – e alla storia – un evento dimenticato. Wood ne fa un’epopea, ancora sull’onda dell’epica del West: poca organizzazione e nessun sostegno, “i membri della spedizione avevano solo barche, cavalli, e le loro gambe”, un’avventura. Ma bastante per tracciare la storia futura degli Stati Uniti, e la vera natura della “conquista del West”: l’eliminazione degli indiani.
In questo senso si può dire che Lewis e Clark tracciarono la storia, delle tribù indiane divise o nemiche, comunque da domare e estinguere. Senza mai un riconoscimento, neppure per la squaw indiana che fece loro da interprete. Più che da interprete, da mediatrice culturale, presso i Sioux e altre tribù che la spedizione incontrò, e sui corsi d’acqua e i sentieri che portavano all’Ovest.
La stessa squaw interprete (trascritta squar nei diari della spedizione e nella grafia americana, intendendosi comunque moglie indiana) è ora, con la critical theory e la nuova storia, un personaggio di cui si comincia a sapere qualcosa. Ma per due secoli fu confinata alle poche menzioni, marginali, dei diari della spedizione – che peraltro hanno avuto circolazione tarda e limitata. Si è sempre saputo che era morta poco doo il ritorno della spedizione, di trent’anni o meno, ora si sa che è avissuta ancora 57 anni. Si chiamava Sacagawea o Sacajaweha (il nome è declinato im vario modo, il secondo è quello adottato da wikipedia, che riproduce tutti i passi dei diari della spedizione in cui ricorre). I diari la citano come indiana Snake, arrivata con un Jacques Charbonneau (nei diari “Charbono”), un mercante franco-canadese di pelli che si era proposto di accompganare la spedizione come guida. Lewis and Clark lo aggregarono alla spedizione, ma più interessante si rivelò la sua moglie indiana, perché era del gruppo degli Shoshoni, e seppe parlare con i Sioux e altre tribù.
Sacagawea conosceva anche la geografia dei fiumi, specialmente utile alla spedizione, e indicò i passi per attraversare le Montagne Rocciose, sia all’andata che al ritorno, sotto la neve.
Gordon S. Wood, The writingest Explorers, “The New York Review of Books”, 8 giugno 2023

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