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giovedì 28 marzo 2024

Cronache dell’altro mondo – debitorie (261)

Il “debito totale” (privato e pubblico) americano era al 140 per cento del pil negli anni tra il 1960 e il 1980. È più che raddoppiato da allora, al 300 per cento del pil.
Nemmeno la Grande Recessione del 2008 – che è stata per molti aspetti l’esito di un indebitamento eccessivo – ha rallentato la corsa all’indebitamento.
L’indebitamento cresce per finanziare i consumi più che l’investimento. Quindi è destinato a generare altro debito, con effetto moltiplicatore.
Il superciclo del debito è comune agli Stati Uniti e a un gruppo ristretto di altri paesi, compresa la Cina, che mimano le politiche debitorie dei paesi industrializzati, essenzialmente l’America. Si produce un eccesso di risparmio in conseguenza della crescente concentrazione della ricchezza – la quota della ricchezza nazionale in mano ai superricchi, all’1 per cento della popolazione.
(Imf, “F&D Finance and Development” marzo 2024 – Atif Mian, “Breaking the Debt Supercycle”).

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