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giovedì 28 marzo 2024

Furore e splendore della donna siciliana

Sulla Sicilia dei clichés, la mafia, i gelati (con le granite), le amicizie mortali, qui con l’aggiunta tediosa della cucina palermitana, una siciliana dal vero. Una cioè che fa e disfa e non uggiola. Al lavoro, da vice-questore, e a letto, di giorno e di notte. Anzi, insonne e irrequieta. E di passaggio anche qualche siciliano vero, bello ma non concupibile, perché virilmente gay.
Con qualche errore, ma marginale. Non c’è confidenza coi subordinati, non in Sicilia. Non c’è un rapporto padre-figlia così tenero, e uno madre-figlia così acido, dopo che il padre è stato assassinato, coi soliti metodi, vili, della mafia (il rapporto conflittuale madre-figlia è delle famiglie “normali”, non tra vedove e orfane).
La serie inscena i gialli di Cristina Cassar Scalia, di Noto, quindi neutra nella lite continua di Palermo con Catania, l’altra capitale, ma oculista nel tempo libero a Aci Castello, cioè a Catania. Giusy Buscemi, “Vanina”, è di Mazara del Vallo, quindi “occidentale”, quasi palermitana, eroina catanese per caso, e da estranea. Ma la serie è prodotta da Carlo Degli Esposti, ed è il suo omaggio a Catania, dopo lo strabiliante successo a cui ha portato il Montalbano, eroe occidentale dell’isola. Le sue serie hanno il pregio di utilizzare i caratteristi, attori veri, cioè di scuola, e locali, che danno veracità e vivacità alla (solita) storia.  
Davide Marengo,
Vanina – Un vicequestore a Catania
, Canale 5, Infinity

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