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giovedì 14 marzo 2024

La verità di Elena Ferrante

Un libro curioso per due ragioni, anzi per tre. La terza essendo che è una critica letteraria a più mani, come in conversazione. Ma non in contemporanea, di persona. Per iscritto, attraverso uno scambio di lettere - da qui il titolo. Per sperimentare una forma di critica co-dipendente, una forma di “intelligenza collettiva”. Come è di tutte le forme culturali. Per questo esperimento quattro giovani accademiche americane hanno scelto Elena Ferrante, il Quartetto Napoletano, perché la stessa autrice ha posto il suo metodo di lavoro, di creatività, in questa prospettiva: “Non c’è lavoro di letteratura che non sia il frutto di tradizioni, di molte capacità, di una sorta di intelligenza collettiva” (intervista a “The Paris Review”). Queste sensibilità e questo metodo applicando nella quadrilogia, con le compenetrazioni fra i due caratteri, Lenù e Lila, l’una antitesi dell’altra. Una compenetrazione che Lenù, la scrittrice, dichiara scoprendo il quadernetto di Lila alle elementari: “Le pagine infantili di Lila erano il cuore segreto del mio libro” – un’amicizia stretta che fa il libro, lo scrive.  
Le altre due curiosità sono che il libro è di quattro anni fa e non è stato tradotto, nemmeno citato.  La seconda è che su “Elena Ferrante” non c’ è in Italia una mobilitazione critica pari solo anche a una frazione di questo libro e al dibattito che ha acceso. Non c’è più la critica?
Sarah Chihaya-Merve Emre-Katherine Hill-Jill Richards, The Ferrante Letters, Columbia University Press, pp. 288 $ 25

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