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domenica 10 marzo 2024

La diversità ebraica

È difficile, si direbbe impossibile, per un israeliano elaborare il lutto del 7 ottobre.  Dell’attacco a sorpresa e della carneficina di Hamas, della profanazione del sabato. Una guerra, benché non dichiarata, fuori dal diritto di guerra, su suolo israeliano – o “dichiarata” dal 1948. Grossman ci riesce, trascurando i sentimenti e i risentimenti (l’oltraggio, lo smarrimento, la paura) per mettere i fatti in prospettiva storica e politica. La sensazione di vivere in Israele non come in una casa, in casa propria, ma come in una fortezza, assediata. Per una guerra lunga ormai ottant’anni, e senza sbocco. Sì nel senso comune – non si vive in guerra permanente – non nella realtà, la “strana attrazione verso l’autodistruzione” in Israele, “verso la distruzione della nostra stessa casa”.
Grossman, per quanto onesto, non arriva al nucleo della questione. Come mai i palestinesi, sempre sconfitti e per lo più inermi, sono sempre in armi, e anche pericolosi. Come ma Israele sempre vincente, è insicuro e si costringe alla violenza. Gli Stati nascono e s’impongono lottando. Contro i padroni, contro i nemici, anche contro i vicini. Ma non si ricorda uno Stato, un popolo, che si sostituisce a un altro. Gli ultimi furono gli Unni, che però occuparono ma non governarono – o per poco. Ci prova ora Putin, che dice l’Ucraina russa, ma – se poi lo dice – per ubbie di onnipotenza.
Grossman però individua, e pone bene in chiaro, conciso e preciso, anche se retoricamente, come considerazione, il problema persistente dell’ebraismo, anche dopo o malgrado il sionismo, malgrado Israele: “Il punto più vulnerable e fragile del popolo ebraico, il suo senso di estraneità fra i popoli, la sua solitudine esistenziale”. Un privilegio, e un’afflizione: “Quel punto dal quale gli ebrei non trovano rifugio, che spesso li condanna a commettere i loro errori  più fatali e distruttivi, sia per i loro nemici che per loro stessi”. L’ostacolo alla pace, l’unico esito ragionevole, non sono i coloni o Netanyahu, è questa estraneità – i Netanyahu passano.
David Grossman, La pace è l’ultima strada, Mondadori, pp. 96 € 16

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