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martedì 12 marzo 2024

Nel dolore la forza

Umiliato dalla violenza paterna, che lo costringe alla sedia a rotelle, ma aiutato dai cani, di cui condivide la vita (che il padre invece sfruttava per le corse), finito disabile in un orfanotrofio-casa di correzione, impara a leggere e vivere con Shakespeare, grazie a una insegnante di sostegno che vive e fa vivere di teatro, fa vita comune con i cani, dapprima in un canile protettivo dello stato di New Jersey di cui ha la gestione, poi da solo, malgrado tutto si diverte, e diverte. E quando alla fine decide di lasciarsi andare, regala un’iniezione di fiducia alla psichiatra cui la Polizia aveva dato l’incarico di analizzarlo.
Nulla a che vedere col “Dogman” italiano - il delitto del “Canaro”. Tra horror e mélo, sul filo dell’inverosimile, Besson costruisce una serie di sequenze tutte accattivanti, rapide e lente, repulsive e commoventi, tragiche e ridicole. Imperdibili le serate nel locale dragqueen. O i cani ladri di notte. Con la violenza americana, tutta benedizioni e invocazioni divine.
Una prova mostruosa di Caleb Landry Jones – per questo non premiato a Venezia? Se poi è lui che canta al club dragqueen (rifà Piaf e Marlene Dietrich), e non mima il playback, diventa memorabile. Anche la psichiatra non è male: sfiduciata, divorziata-con-madre-e-neonato, è Jojo T. Gibs, un’attrice comica. Cosa condividono i due? Il dolore. Ma non lo fanno pesare.
Luc Besson, Dogman, Sky Cinema

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