Cerca nel blog

domenica 3 agosto 2025

Ombre - 785

Muti, sbalorditi ha lasciato tutti la sentenza europea sugli immigrati – anche i giudici italiani che si erano arrogati il diritto di decidere quale paese di provenienza dei clandestini è democratico (a loro bastava un po’ di polemica anti-Meloni)? Un accertamento che il giudice può fare solo nel processo, con le carte del ricorrente, l’immigrato che resiste all’espulsione. Che è assurdo, una volta usciti dalla manfrina politica – no alle espulsioni di Piantedosi, sì a quelle di Minniti.
Senza contare i diversi gradi di giudizio – magari con la ripetizione.
Senza contare la solita insufficienza degli organici: ci saranno 3-5 mila cause l’anno da giudicare, più gli appelli.
 
Uno s’immagina un giudice italiano, che normalmente non sa dove e cosa è la Calabria, o la Lucania, discettare sulla Guinea-Bissau o Guinea-Conakry, o le Somalie, o i due Congo, o l’emirato di Kano e Kaduna (è dura per i cristiani lì). E Timor Est? Non c’è il senso del ridicolo, e questo è tragico. Siamo in una Italietta, in un’Europa improvvisamente ignorante.
 
Nel silenzio politico svetta un vescovo della Cei, Perego, che vuole gli immigrati tutti perseguitati, al loro Paese e da Meloni. Un vero prete nel 2025, il tipo a cui tutto scivola addosso. Parte di una chiesa da sempre bene informata sul mercato dei nuovi schiavi, che non dice una parola.


In effetti, si rischia il filofascismo, ma il discorso dei parenti delle vittime a Bologna, del loro presidente, alla commemorazione è da politicante, da modesto funzionario politico. Da copione, ma fuori posto e fuori tono. È bizzarra la mancanza di pietà dei parenti di vittime eccellenti, che quindi ci ritroviamo alle celebrazioni. di Borsellino, dello stesso Falcone – sembra che “ci marcino”.
Quanto ritegno invece delle famiglie delle scorte, vittime anche loro, benché non illustri, o dei Morvillo, della giudice moglie di Falcone.


Perché non si dovrebbe realizzare a Roma la seconda grande moschea, per l’area Sud-Est, dopo quella. la più grande d’Europa, quarant’anni fa - coi fondi dell’Arabia Saudita, patrono il solito Andreotti, cioè il Vaticano di Paolo VI – per Roma di Nord-Ovest? Perché, finanziato a parole all’inizio dal Qatar, il progetto si rilancia con le “offerte dei fedeli”. Mentre si tratta di promesse saudite. E l’Arabia Saudita, dopo quarant’anni dallo sbarco nella città del papa, e malgrado la modernizzazione in atto (le donne possono perfino guidare), non riconosce la libertà di culto – niente preti.

 
È curioso che si sottolinei come la condanna del gip a Milano non metta in discussione il sindaco Sala, mentre non lo fa perché non ne era richiesto dalla Procura. Ma sottolineando che “c’era un continuo conflitto d’interessi”, altrove detto inciucio, continuo, cioè “metodo di lavoro”. E che le due decisioni più condannabili sono state prese in consiglio comunale – col sindaco assente?


La giunta sapeva. E anche il consiglio, che la “nuova urbanistica” ha votato. Quali che siano le colpe, come si fa a dire che la Nuova Urbanistica milanese non è, non era, classista? A opera del Pd.

Meloni e il suo partito, più ancora che il suo governo, hanno fatto di tutto per il Salva Milano, e per Roma costituzionale, la quarta Repubblica italiana, con San Marino, il Vaticano e l’Italia propriamente detta. Ma non sfonda a Roma, e non sfonderà mai a Milano. Perché è di destra? No, perché non controlla gli appalti.
 
I settimanali economici dei grandi quotidiani, specializzati in pagine sulle piccole e medie aziende, quelle coi fatturati dai 10 ai 200 milioni, per allargare la lettura e il plateau pubblicitario, s’illustrano con immagini femminili, piacenti in qualche modo, comunque giovanili, di figlie o sorelle. Che si suppone non siano le presidenti di parata inventate da Berlusconi al vertice dei gruppi di Stato. Ci devono essere le quote rosa anche in famiglia, ai vertici delle aziende padronali. Sperando che i doppi comandi in azienda funzionino.
 
Un incolpevole Wesley, brasiliano, ventenne, un calciatore, arriva a Fiumicino alle sei di mattina e  trova ad aspettarlo un centinaio di tifosi della Roma, che lo hanno aspettato nella lunga notte, agitando bandiere e scandendo slogan. Lui non si scompone, dietro gli occhiali scuri, già all’alba. Ma non sa che cosa lo aspetta. È così, non si sa che pensare di questa Roma Capitale – e ora quasi repubblica autonoma.
 
Una Imagine Foundation è stata creata da giornalisti e fotografi per insegnare ai poveri del mondo le virtù della comunicazione. Ora è in Guinea-Conakry a insegnare ai locali la simulazione di un’intervista con l’utilizzo degli smartphone per riprese video. In un paese che è probabilmente quello messo peggio dell’Africa – mai ripresosi dal leninismo di facciata (dittatura) professato a lungo dal suo inventore Sékou Touré. È proprio vero che la cooperazione allo sviluppo è una vacanza esotica per anime candide, europee e americane – ecco l'“Occidente”.
 
Nelle cronache del consiglio comunale di Milano convocato per dibattere l’inchiesta giudiziaria, manca l’essenziale. La seduta “drammatica” si conclude con pochi consiglieri in aula, una quindicina. Non abbastanza per votare. Senza nemmeno una replica del sindaco. È un consiglio convocato per fare da barricata alla Procura. Ben fatto, però, furbo.
 
Bonariamente, senza obiettare, gli Elkann, eredi Agnelli, pagano un miliardo e tre, un miliardo e quattro di tasse inevase (evase). Su denuncia della madre. Si tassano (alcune) persone bonariamente, e su denuncia di parte, niente accertamenti. Sembra assurdo, ma forse non lo è.
 
Gli hanno tolto l’abuso d’ufficio, si sono inventati l’“utilità non patrimoniale”. Piuttosto che lavorare, i giudici farebbero qualsiasi cosa. E che di più facile che prendersela con sindaci e assessori. Poiché la giustizia in Italia non si può riformare, non sarebbe più semplice abolirla – non ci vuole uno Swift per pensarci? Tanto non serve comunque a niente, e fa danni.

Nessun commento: