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lunedì 6 luglio 2009

Ombre - 23

Una video-intervista molto lusinghiera con D’Addario campeggia sabato e domenica sul “Paίs” online, il giornale spagnolo. La didascalia dice la D’Addario “prostituta” ma la ripresa è fissa sull’angolo ancora vantaggioso della donna. Tre takes, tredici minuti, venti-venticinque pagine di testo.
È una cosa lubrica? Forse per gli spagnoli - ma il video non è tra i più cliccati. È informazione? Gli inviati spagnoli insistono, in non buono italiano: “È preoccupata?”, “No”, “Non è preoccupata?”, “No”, “Non si sente minacciata?”, “No”.
Con l’aiuto dei volenterosi castigliani la donna mette anche il paletto decisivo: “Perché è andata alla Procura?” “Io non ci sono andata: sono venuti loro a prendermi”. Il giudice Scelsi è avvisato.
Tutto questo nel miglior giornale spagnolo. Socialista.

Obama, il presidente degli Stati Uniti, si reca in visita a Mosca, per due giorni. Non capita tutti i giorni, e non è chi non veda l’importanza della visita. Eccetto che in Italia, dove, si dice, Obama potrebbe chiedere “la mediazione di Berlusconi”.
Si dice per ridere? Per provocare, siamo tutti antiberlusconiani? Per stupidità? La stupidità esiste.

Le ronde civiche saranno anche un segno di barbarie. Sono, di certo, un ritorno indietro di due secoli, a quando la cattura dei criminali era, a Londra, a Parigi, e in molte parti d’Europa, una funzione privata. Ma sono state autorizzate da tempo e attuate localmente, in Comuni amministrati dalla sinistra, nel Veneto, nel Friuli, in Emilia, nella Romagna, in Toscana, in Piemonte, oltre un centinaio, per lo più nelle città. Si grida allo scandalo giusto per riempire il minutaggio in tv che la par condicio impone (si pensava che lo garantisse)?
A Milano la ronda esiste da tempo, pagata dal Comune. Che ora, dopo la legge, non potrà più pagarla.

Ecclestone dopo Mosley, la Formula 1 si dichiara nazista. Senza scandalo per i giornali inglesi. Che amano il pettegolezzo, ma selettivo.
Ecclestone poi è baronetto della regina. Mosley no, ma è figlio cadetto di un Lord, e di lady Cynthia Curzon, che era figlia del vicerè delle Indie.
Ecclestone e Max Mosley dichiaravano simpatie laburiste nei lunghi anni di Tony Blair. Anche Lord Mosley, Sir Oswald, fu fabiano, cioè quasi socialista, prima di fondare le Camicie Nere inglesi, nazista professo.
Che non vuol dire nulla, se non che il nazismo non era impopolare e non è morto.

Dice Bossi venerdì che le chiacchiere su Berlusconi sono roba di servizi segreti. Che non è vero, naturalmente, ma è vero: è indimostrabile cioè, ma si sa come vanno le cose.
Il fatto è che la sinistra ha dei dossier contro Berlusconi, Berlusconi non ne ha contro la sinistra. E questo è anomalo in due modi: Berlusconi è il capo dei servizi segreti, la sinistra non è fatta di spioni, la tipologia spione è tipicamente di destra. Si può pensare che tutto il male sia a destra, ma tutti sanno che non è vero. La verità è che lo spione, l’agente dei servizi di scorta, il maresciallo, il capitano, il giornalista di assalto, anche di destra, porta il suo dossier alla sinistra perché la sente consona alla sua mentalità. È tutta qui la “Seconda Repubblica”: una sinistra che convive col partito dei Procuratori della Repubblica, che sono il pantano sui cui cresce la questione morale, e questo è peccato dichiarato.

A due anni dai due milioni di “cartelle pazze” del sindaco Veltroni, che costò la rielezione al suo vicario Rutelli, non si esaurisce l’effetto deleterio per Equitalia. L’esattore del Tesoro, per quanto sempre minaccioso, annaspa a recuperare i crediti, in buona parte fasulli. Dopo avere moltiplicato i costi con gli inutili numeri verdi e “centri operativi” di Napoli.

Il bancario tourné operatore finanziario ha perso la fiducia nel cliente. Era abituato a considerarlo una persona rispettabile, essendo dotato di capitali, operoso, accorto. Ne constata ogni giorno la pusillanimità, nei giochi di Borsa di cui inevitabilmente è vittima, come delle truffe ripetute, per primo attraverso i titoli della sua stessa banca.

Per una coincidenza, il giorno del disastro di Viareggio il procuratore Scelsi annuncia a Bari che non indagherà Berlusconi, non c’è prostituzione né cocaina a casa sua. E Nichi Vendola dimette tutti i suoi assessori, la giunta della Regione Puglia, per le tangenti alla Sanità sulle quali a Bari si dovrebbe infine indagare. Le notizie sono sempre (co)incidentali.

Più del “Corriere” può a Bari “La Stampa”. Tutte le piste vengono buone nella capitale pugliese, nelle cronache del giornale di Calabresi: le martiri escort, la cocaina, le telefonate. Tutte eccetto le tangenti alla locale Sanità.
Mario Calabresi studia da successore designato di Mauro a “Repubblica”. Ma, poi, non dica che non c’era nella stanza.

Martedì, è ormai una settimana, il giudice Scelsi continua a tacere. E il “Corriere della sera”, per rianimare il fallito golpe, non trova di meglio che Formica. Rino Formica, il “commercialista di Bari”. Il quale chiama in causa il ’68…
O Formica rientra nel tentativo del “Corriere” di rifare “il Manifesto”, dopo quarant’anni?

Domenica, anche il giudice Scelsi riposa. Il “Corriere” manifestarolo in ritardo invece infaticabile riempie la pagina con Andreotti, che (non) parla di Berlusconi, e con una carrellata storica che “papi” riconduce a Mussolini, passando per quel porco (cinghialone) di Craxi.
Tutt’e tre milanesi, di nascita o elezione, come il “Corriere”.
Poi si dice che Milano non ha identità, che l’ha perduta, eccetera: ma se è un trojaio.

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