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mercoledì 2 novembre 2016

L'amore è indigente, la lettura inappetente

Ci sono le monache che fumano nei chiostri, prima che nello “Young Pope” di Sorrentino. Ma niente di più. Un quindicenne sedotto dalla madre dell'amico, una figlia suicida, un docu-film su un impostore letterario alla De Man, il decostruzionista-detective, molte storie sfiziose, c’è pure un viaggio a Lerici-Portovenere, sotto la neve, con la star del cinema del momento, e niente: l’autore sembra disappetente. Il lettore corre alla fine, ma giusto per curiosità, saltando le molte pagine riempitivo, per vedere come si compongono le vicende – si compongono, ma senza catarsi.
Inutile attardarsi. La star, fragile, diafana, a letto russa. La figlia forse è un po’ pazza. Il “De Man” è evanescente. Frigidi i numerosi variati coiti – lei non ha nemmeno un nome, giusto quello del marito, Mrs. Gray. Ci sono anche false piste: la madre seduttrice è “la mia Celia” shakespeariana, che invece non è. E un finale talmente indigente che si pensa di aver capito male. Di singolare, ecco, c’è la frigidità. Come di un compito svolto di malavoglia – in obbedienza a Plinio, “nulla dies sine linea”? Il titolo originale, “Ancient Light”, era anche sincero, non traditore come in traduzione.
C’è Leopardi, con la morte prematura, “Sopra un bassorilievo antico sepolcrale”. Ci sono il Tempo e la Memoria, “coppia pignola di arredatori,  che spostano sempre i mobili, e ridisegnano e anche riassegnano le stanze”. Che altro? Banville si salva alla fine dicendo il suo narratore “agito, da forze ignote”. E il lettore?
John Banville, Un’educazione amorosa, Guanda, pp. 280 € 17.50

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