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venerdì 1 giugno 2018

Ombre - 418

“Dei 187 prodotti colpiti dai dazi Usa, 103 sono del settore ferro e acciaio: semilavorati siderurgici, barre, tubi, cavi”. “Le contromisure Ue ai dazi Usa prevedono maggiorazioni del 25 per cento sui prodotti made in Usa più noti, come le sigarette, i jeans Levi’s e le moto Harley Davidson. Ma anche maglioni di lana, t-shirt e kit per il trucco” – “Corriere della sera”. E magari è anche vero.

Si presentano le bio dei nuovi ministri con la professione, l’età e lo stato civile. Che per gli uomini si declina così: “Coniugato, con una moglie…”. Riflesso islamico?

Applausi dei giornalisti al Quirinale per Cottarelli che dice il suo incarico terminato. Era il candidato dei giornalisti? No, i giornalisti in Italia fanno il tifo. Succedeva alle assemblee Fiat, dopo che aveva parlato l’Avvocato. Con imbarazzo dei non italiani.
È vero che in Italia si applaude ora anche ai funerali.

Nella schiera degli anti-Lega, l’“Avvenire” fino a ieri metteva in guardia contro Savona, mano armata di Putin. È stato ministro nel governo Ciampi, ricordava, “anche quello legato alla Russia”. Ciampi legato alla Russia? Non c’è più religione, il giornale dei vescovi che pubblica informative dei servizi segreti

Scalfari si fa spiegare da Veltroni il grande futuro del Pd. Dallo stesso Veltroni avviato alla fine appena nato - con Obama, il mercato e tutto il resto. È l’età? O Scalfari l’anticomunista in segreto gongola?
Il grande futuro del Pd, dice Veltroni, è con Gentiloni...

Moody’s annuncia che mette sotto revisione, cioè ne declasserà il rating, dodici banche italiane e sei grandi aziende di servizi. Tra questi i nomi migliori e più solidi in Europa: Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Cassa Depositi e Prestiti, Fca Bank , Eni, Poste… Mentre dà tre A, il massimo, a Deutsche Bank, che è la banca europea più disastrata, in rosso da due anni e a rischio insolvenza.
Anche la vigilanza Bce tratta Deutsche Bank con deferenza.

Il presidente della Commissione europea Juncker, a crisi politica e mercati aperti, dice saggio: “Gli italiani lavorino di più e siano meno corrotti”. Lui non lo è, che del suo paese ha fatto un paradiso fiscale, per il comodo di tutti i ricchi, europei e non. O il tedesco Oettinger, uno che è stato mandato a Bruxelles perché dava fastidio a casa, che maledice: “I mercati daranno una lezione agli elettori italiani”.  Poi uno dice Savona: non c’è altra Europa.

Nei cinque giorni di crisi aperta dal Quirinale, dagli Stati Uniti sono arrivati acquisti a sostegno del debito italiano, dall’Europa stravendite. Non è questione di solidarietà politica, i fondi americani non ne hanno, ma di vederci più o meno chiaro, in un quadro di buona volontà. L’Europa è bottegaia, si diceva una volta, ognuno guarda il suo piccolo beneficio.

“La Stampa-la Repubblica” e “Corriere della sera” non risparmiano firme e argomenti per dire che il caos è di Salvini e Di Maio, quando è sotto l’occhio di tutti che lo ha creato e alimentato Mattarella. Con Savona, senza Savona, eccetera, Cottarelli, non Contarelli, Conte, senza Conte. Di due ragazzotti facendo, al confronto, due statisti, perfino ponderati, responsabili. Voglia di (auto)dissoluzione? Le due proprietà sono come la Rai, stanno in ansia, hanno da perdere? Negare l’evidenza è assurdo – non lo fa nemmeno il Pd.

“Caos governo” è testata fissa di Sky tg 24 da domenica. Senza però dire come e perché si è arrivati, e si sta, nel caos. Si dirà la sindrome Mattarella.

Il “Corriere della sera” balza come Froome al comando del gruppone anti-Trump, in un colpo solo. Martedì architetta con Pino Sarcina obbediente mezza pagina contro Trump figlia. Rea di avere postato una foto col figlio suo più piccolo. “Ivanka insensibile sulle famiglie divise”, tuona il giornalone di Cairo. Vogliono farci diventare simpatici i Trump?

Ma Cairo è un venditore di pubblicità. Che sia un nuovo filone, introdurre il thrilling del gossip per le vendite kinder? Con mamma, senza mamma – che vorrà dire le mamme divise, quelle dell’utero in affitto?

Perché Elia Viviani si ferma all’ultima pedalata dell’ultima tappa del Giro d’Italia ai Fori imperiali a Roma? Deve vincere Bennett, per un premio speciale con tre vittorie – Viviani tre le ha già in carniere? Per ragioni di scuderie? Per amicizia sincera? Ci sono nello sport da qualche tempo troppe cose incomprensibili. Viviani accelera da paura, poi si ferma alla penultima pedalata, quando invece l’istinto spinge ad accelerare allo spasimo.

Inverosimile l’interpolazione del papa Francesco nella noiosa telecronaca della noiosissima ultima tappa del giro d’Italia a Roma. Francesco che benedice le acque. Che bacia i bambini… Per non deludere gli sponsor del Giro?

Il giorno dopo il teledramma del governo Conte bocciato, quattordici pagine del “Corriere della sera” in lode dell’Europa che Mattarella ha salvato per noi. Se non che, alla quindicesima, zàcchete,: “La Germania rigida solo con gli altri è un grande ostacolo per gli europeisti degli altri paesi”. Quattordici colpi al cerchio e uno alla botte? 

“Il disorientamento dell’era Trump”, Masha Gessen. “Il presidente Trump è miglior scassa accordi che uomo d’affari”, Susan B. Glasser. “L’ordine mondiale in implosione di Trump”, Robin Wright. “Il vertice con la Corea del Nord era una fantasia trumpiana dall’inizio”, John Cassidy. “I pericoli crescenti di una nuova corsa alle armi nucleari”, Erich Schlosser. I migliori columnist politici sono attivati dal “New Yorker”. Questo venerdì 25. Sabato silenzio. Ci vogliono “vendere” Trump?

 “A un certo punto Dalla Chiesa ci ordinò: «Basta inviare rapporti ai magistrati». Le Br ci avevano schedati tutti”. Tutti i membri del nucleo speciale antiterrorismo di Dalla Chiesa. Non le spara grosse ma le dice terrificanti il generale dei Carabinieri Sechi a Stefano Lorenzetto sul “Corriere della sera”. Di Marco Donat Cattin: “Mentre era in clandestinità, la madre Amelia ogni settimana gli portava il ricambio della biancheria”.
Perché si vuole che il terrorismo in Italia sia stato senza padri, e senza madri?

La connivenza dei giudici con i terroristi è un capitolo impraticabile. Ma non controverso, per molti fatti evidenti. Di Caselli, “un amico intelligente”, il generale Sechi ricorda. “All’inizio era ideologizzato anche lui. Quando Maria Teresa Ropoli, compagna di Peci, scrisse «Viva le Br» sui muri della Singer di Leinì, non fece nulla”.

Un’ultima traccia Sechi delinea, forse controvertibile, ma agghiacciante: “Le Br erano un’ideologia di sistema. Alle spalle avevano grandi imprenditori che pensavano di mantenere il potere anche con la dittatura del proletariato. I brigatisti erano coccolati dalla Torino bene”. Ma Lorenzetto purtroppo non chiede chi.

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