Cerca nel blog

martedì 29 maggio 2018

Catastrofi a catena

È inesauribile la catena di catastrofi avviata da Mattarella col rifiuto del governo 5 Stelle-Lega. Ha aperto un vuoto di potere che durerà cinque mesi, in mezzo a polemiche accesissime, e forse dieci. Un vuoto di otto mesi, o tredici, che dire pazzesco non è esagerato, specie se creato dalla presidenza della Repubblica.  Con conseguenze devastanti per il debito pubblico: la spesa per interessi in due giorni è raddoppiata, e va al triplicamento.  
Con crisi industriali ovunque, e più al Sud. Da Taranto a Atessa, fiore all’occhiello della produzione automotive che Honeywell ha chiuso, senza più, il giorno dopo il no di Mattarella. Nel mentre che, negando loro il governo, senza nessuna ragione plausibile, ha elevato 5 Stelle e Lega a partiti responsabili, affidabili. Nelle persone, perfino, dei loro piccoli demiurghi, che, al confronto, figurano sapere quello che dicono, e dicono anzi giusto: due givanottoni senza arte, vecchi goliardi, ha elevato a statisti. Un suicidio, suo proprio e, se Dio vuole, delle politiche compromissorie. Ma con gravi danni.
L’Italia sarà assente nei punti caldi internazionali in cui è impegnata direttamente che stanno per intraprendere nuovi assetti: la Libia; l’unione bancaria europea; forse la revisione di punti dei trattati europei ai quali l’Italia è specialmente sensibile, l’immigrazione, i bilanci, la difesa; le sanzioni contro la Russia; le sanzioni contro l’Iran; l’Afghanistan, dove l’Italia è presente da quindici anni come seconda forza militare dopo quella americana.
Sul fronte europeo l’italia ha avuto un primo assaggio di “cooperazione” il giorno dopo la bocciatura del governo eletto. Per fare l’unione bancaria le banche dovranno procedere a costosi aumenti di capitale, contro i rischi, eccetto le banche tedesche, che sono le sole a rischio.
L’esito indebolisce lo stesso Mattarella, anche se i propositi di incriminazione parlamentare sono rientrati. Per l’assurdità dell’iter che ha imposto al dopo voto.
Non voleva il governo 5 Stelle-Lega, lo ha detto parlandone con disprezzo in tv quando l’ha bocciato. Ma non l’ha respinto subito, in maniera da andare al nuovo voto “per colpa” dei due movimenti, con qualche possibilità di ridimensionarli. Ha traccheggiato con consultazioni doppie e triple, e consultazioni di consultazioni, e ha lasciato poi il paese nel vuoto.  Uno. Due: ha bocciato un governo che offriva tutto a tutti, tutti quelli che il Pd aveva trascurato, a partire dai risparmiatori, invece di metterlo alla prova. 

Voleva esporre Di Maio e Salvini come incapaci e irresponsabili? Ha ottenuto l’effetto opposto, ora sono statisti – relativamente, certo, più di Renzi, e di Mattarella. Alla storia che il governo fosse anti-europeo, che Mattarella adduce, non crede nessuno.  
Mattarella sperava in un governo 5 Stelle-Pd. Impraticabile per vari motivi, anche per i numeri. Ma evidentemente la sola ragione per cui ha traccheggiato. Ora, col governo di minoranza, rischia di affossare il suo partito Democratico – la protervia scatena anche i miti. Il Pd, che si è dimezzato in pochi anni, va sicuro perdente alle nuove elezioni.

Nessun commento: