Cerca nel blog

lunedì 4 febbraio 2019

Le mafie dei migranti

Le mafie dei migranti non sono solo libiche. Sono anche italiane, e africane: nigeriane, dei bambara, degli est-africani, dell’Etiopia e del’Eritrea – a lungo sono state somale. Ci sono organizzazioni per questo, ognuno lo vede dalle semplice osservazione in strada, per le attività illegali e per i piccoli lavori, retribuiti cioè male. Con esiti negativi per l’insieme dell’immigrazione, che è ingombra di refoulés e deve vendere il suo lavoro al ribasso, nelle campagne, nell’edilizia, nei servizi domestici. Non solo a Rosarno-San Ferdinando, come pensa il neo segretario della Cgil Landini.
La disattenzione, o ignoranza, del sindacato è una delle “buche” in cui questo mercato nero delle braccia prospera. Ma le disattenzioni, o la mera capacità di informarsi, è generale in Italia.
I mercati di africani per esempio non sono solo libici, e anzi non sono probabilmente nemmeno libici, se non per il pizzo del passaggio. Non sono libici quelli che tengono in soggezione in attesa dell’imbarco. Anche se la Libia ne ha la tradizione: una invettiva di Virgilio nell’“Eneide” contro il rifiuto di accoglienza ai naufraghi che è stata messa in rete come fosse rivolta a qualche aborigeno di Lavinio, è invece già allora contro i cattivi di Cartagine, che è quanto dire la Libia anche se oggi sta in Tunisia, ma non è immaginabile un’organizzazione libica del business immigrati, se non per la modesta tangente di passaggio.  

Nessun commento: