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lunedì 10 giugno 2019

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (395)

Giuseppe Leuzzi


Al Sud il sommerso è un terzo del pil, 112 miliardi. Era il 34 per cento del pil dieci anni fa, nel 2009, ora è pur sempre il 30 per cento. Ma stimato per difetto.

“Soni tutti scemi? Non credo”. La lega di Salvini è il primo partito al Sud, un partito che fino a ieri si chiamava della Lega Nord. E così qualche interrogativo se lo pone anche il leader della Lega, seppure escludendo il peggio.
Questo sito diceva la Lega di Salvini la nuova Dc, e forse la ragione è questa. Che non è buona – la Dc essendo intesa al Sud come il partito dei favori.

Nel suo addio in versi alla vita, “L’ora del blu”, Scalfari ha un’immagine anche del Sud, dove ha vissuto a fine guerra: “Il sole ti cade addosso\ e non proietta ombra”. Ma il Sud non si direbbe il mondo dell’ombra, ricercata, protetta, protettiva?

Materno non matrilineare
Diffusione enorme dei culti di Demetra e Kore nella Magna Grecia propriamente detta, dal Salento alla Calabria jonica e alla Sicilia orientale. I Musei di Reggio e Siracusa custodiscono miriadi di Demetre a Kore (Persefone) – con qualche, rara, Artemide (Diana), in segno di dileggio-paura. Ex voto, ricordini, soprammobili. Nessuna raffigurazione, letteralmente nessuna, di Apollo o Ermes o Marte, qualcuna, rara, di Dioniso, allora di Dioniso Taurobolos, con le corna di toro, simbolo della fertilità. Il Sud è - è stato – materno.
Materno non matrilineare. I due aspetti vanno disgiunti, la fertilità (e la cura) dal diritto (dalla forza). Avviene lo stesso nell’Africa a Sud del Sahara. È un aspetto che Bachofen non ha valutato.

Derrida viene dal Sud
“Contrariamente a ciò che alcuni di voi potrebbero pensare, non vengo dal Nord. Non vengo da Parigi, ma dal sud della Sicilia. Vengo da Algeri dove sono nato e che non avevo ancora lasciato  (lo feci solo sei anni dopo) quando sentii parlare di Siracusa per la prima volta in vita mia”: è l’approccio di Derrida a Siracusa, che il 18 gennaio 2001 gli conferiva la cittadinanza onoraria, in ricordo di Platone – del tentativo che Platone avrebbe fatto di instaurarvi la sua Repubblica.
“La molteplicità dei retaggi mediterranei (quello fenicio, bizantino, italiano, greco, arabo, spagnolo, normanno, pagano, ebreo, cristiano, musulmano) è questa produzione cosmopolita della memoria che respiravo già in Algeria e che sono così felice di riconoscere qui, come a casa mia, grazia e voi. Le affinità della natura e del paesaggio servono pure questa grazia di parentele simboliche. Come se tra la Sicilia e l’Algeria ci fosse, come tra la Sicilia e l’Italia, solo uno stretto”.
Derrida non menziona tra gli antenati i romani, che pure sono quelli che hanno “creato” il Mediterraneo – buono e cattivo. Per una svista?

L’Italia si invade dal Nord
Si legge nel catalogo della mostra “Dodonaios”, appena chiusa al Museo Archeologico di Reggio Calabria, di Alessandro il Molosso e Pirro, i due re epiroti partiti alla conquisa dell’Italia (e falliti nell’impresa, morto il primo, sconfitto il secondo), come di quelli che “hanno percorso le terre dell’Italia meridionale e consolidato le relazioni tra le due regioni vicine del Mediterraneo”. Fu proprio cosi?
Il Molosso e Pirro hanno fallito, l’invasione dell’Italia è sempre venuta dal Nord. I re epiroti come il cartaginese Annibale, e poi i vari emiri e sultani arabi e turchi, sempre via Sicilia, o Salento, o Calabria, hanno tutti fallito. Ma la storia si può riscrivere, è aperta a tutte le soluzioni.

Mafia onnipotente
Un  vecchio numero dei “Meridiani” che celebra quindici anni fa le “meraviglie” della Sicilia – “Inafferrabile, anzi onirica” i titoli, “Bellezze e dolcezze”, “Storie di uomini e di dei”, si apra con questa vignetta di Giannelli: “Dicono che il Ponte sullo Stretto sconfiggerà la mafia, prendiamoci gli appalti”.

“D’Agata consegnò Santapaola alla polizia e lo salvò dai corleonesi”. L’ultima verità è che il capo della mafia a Catania, Nitto Santapaola, quello che avrebbe organizzato l’eccidio del generale Dalla Chiesa a Palermo per fare un favore ai confratelli corleonesi, fu consegnato alla Polizia da un affiliato premuroso per la sua buona salite. La rivelazione la fa uno dei tanti pentititi, che ogni tanto ne fanno una, dovendo rinnovare la protezione. Ma la csa sembra fare piacere alla Polizia e ai giudici, che ne danno informazione ai giornali attraverso giornalisti fidati. Riscontrando il plauso peraltro degli altri cronisti giudiziari, quelli che non hanno accesso alle indiscrezioni. E magari è anche vero.
Che pensarne? Che solo la mafia ci salva dalla mafia?

Il miracolo di Siracusa
Derrida fa di Siracusa il luogo della pace  (discorso di accettazione della cittadinanza onoraria, da parte della “città di Platone”, il 18 gennaio 2001). Ricordando quando per la prima volta ne sentì il nome, da ragazzo a Algeri: “Era un momento storico, un evento già o ancora storico, perché è nei pressi di Siracusa che la pace si annunciò nel settembre del 1943, quando proprio qui venne firmato il primo armistizio che preparava la fine della seconda guerra mondiale. Non posso più, da quella data, separare il nome di Siracusa da ciò che somiglierà sempre a una promessa di pace. Siracusa è finalmente la pace! Siracusa, la terra promessa della pace!”
È vero che l’armistizio di Cassibile segnò l’inizio della fine della guerra. Ma ci voleva un filosofo lontano, anche per il modo di pensare, per ricordarlo. La storia se ne dimentica e rimuove, quella italiana e anche quella locale.

A lungo famosa giusto per la Madonna in lacrime, alla quale ha dedicato un tempio altissimo, Siracusa è oggi il sito forse più visitato di tutta la Magna Grecia, forse più anche di Pompei. Sicuramente il meglio intrattenuto. Il più gradevole. ll meglio servito. Non capita di incontrare in Italia una città pulita, senza cassonetti o altri ingombri, senza plastiche per terra né cartacce, sulle strade e sui marciapiedi, nemmeno cicche, al di fuori dell’Alto Adige e del Friuli – del Veneto un tempo. Succede a Siracusa, città pur ingombra di turisti, di vagabondi, in ogni stagione.

Platone a Siracusa è la compromissione della filosofia con la politica. Il caso preclaro è quello di Gentile, siciliano, con Mussolini. Ma di solito ci si riferisce a Heidegger, alla sbornia hitleriana, ancorché passeggera. Gadamer racconta, in un articolo per “Le Nouvel Observateur” del 22-28 gennaio 1988, a commento del libro-rivelazione di V. Farias, “Heidegger e il nazismo”, che “uno dei suoi amici di Friburgo, incontrando Heidegger sul tram dopo la sua dimissione dal rettorato, gli chiese: «Di ritorno da Siracusa?»”.

È bastato poco a Siracusa per farsi modello di accoglienza, come di vuole dire oggi. Era una città addormentata trent’anni fa, perfino abbandonata nel suo nucleo centrale, l’isola di Ortigia. Rifiorita per restauri accurati, anche da parte di piccoli e piccolissimi proprietari. Convertiti alla bellezza-che-paga da Sandro Musco, il professore di Medievistica a Palermo che aveva il pallino della politica. Sandro, mezzo parente di Fanfani e altrettanto fattivo, fu un grande realizzatore quale consulente, non ufficiale, della giunta regionale Nicolosi negli anni 1980. Facendo tesoro della nuova legge per il Sud che eliminava la Cassa per il mezzogiorno e passava i fondi attraverso la programmazione regionale. Il piano acque fu la sua invenzione principale. Ma anche il rilancio del turismo – si girava allora per la Sicilia in solitudine - con un fondo culturale, dai monumenti all’alimentazione. Molto puntando, probabilmente per legami personali, sul rilancio di Siracusa, “la bella addormentata”. Democristiano mezzo socialista, insegnò che la bellezza paga, e oggi è una miniera. Siracusa si segnala anche per l’atmosfera distesa, nella circolazione, nei servizi.

La città è sommersa da settimane da uno scandalo grave: una istituzione, “Sicilia Musei”, che aveva allestito una mostra curiosa ma di grande richiamo, “Ciclopica”, con cento sculture “da Rodin a Giacometti”, sul “concetto di fare scultura”, è inquisita ai Carabinieri e dalla Procura perché due Giacometti potrebbero essere falsi. La mostra è stata chiusa d’autorità, Sicilia Musei deve risponderne in giudizio. L’accusa non dice che i Giacometti – forniti dalla Fondazione Giacometti – siano falsi, ma che potrebbero essere falsi. La notizia di reato è arrivata ai Carabinieri anonima, ma si sa – si dice - che iene da associazione concorrente sfortunata di Sicilia Musei per una mostra di scultura. La giustizia al Sud è molto curiosa – solo al Sud?

Una città ordinata, pulita, regolamentata, Siracusa, ha un festival del teatro antico (greco) di grande attrazione. Lungo ben tre mesi, da maggio a luglio ogni anno. Nel teatro greco di città. Alcune serate lasciando a prezzo ridotto con tutta la cavea disponibile come loggione, senza prenotazione. Capita di dover assistere alla rappresentazione di “Elena”, il dramma-commedia di Euripide, in una di queste serate. Che cominciano presto, bisognare fare la coda ai cancelli molto prima che si aprano, per prendere un posto decente. Non in coda, magari dietro delle transenne: ammassati davanti al cancello. Che all’ora prestabilita è ancora chiuso, si aprirà due o tre minuti dopo. All’ora si sono aperti altri due cancelli, a monte e a valle, da dove amici, parenti, conoscenti e raccomandati passano velocemente. Al Sud ci si può aspettare di tutto, l’ospitalità beninteso, la largesse, la disinvoltura, ma l’ordine mai: quello è fuori dalla mentalità

leuzzi@antiit.eu

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