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lunedì 31 gennaio 2022

Ombre - 599

Venerdì gruppi di studenti si sono raccolti al Pantheon a Roma per organizzare un corteo fino a Trastevere, ministero dell’ Istruzione, di protesta per la morte del giovane Patelli in fabbrica. Tutto autorizzato, assembramento e corteo. Ma quando la piazza si è riempita la Polizia ha chiuso le vie d’uscita (è facile, piazza del Pantheon è piccola) h cominciato a manganellare. Ragazzi miti, né violenti né facinorosi. Alcuni dei quali sono finiti in Pronto Soccorso. Silenzio totale delle cronache romane, altrimenti sensazionalistiche, “il Messaggero”, “la Repubblica”, “Corriere della sera”. Ordini del capo della Polizia Giannini? della ministra Lamorgese?

Ordini probabilmente no: i cronisti non sanno cosa succede e non gli interessa: prendono le notizie già scritte dal capo della Polizia.

 

Delle manganellate, che pare si siano avute anche a Milano, Napoli e Torino, i giornali parlano solo oggi, dopo che ieri sera il segretario del Pd Letta, ha lamentato “l’increscioso incidente”. E giusto per riferire di Letta, poche righe.  

 

Letta è intervenuto su insistenza dei genitori dei feriti, tutti dunque Pd, “governativi”. Ma è al corrente delle circolari ultimative che il suo ministro Bianchi, calato a Roma senza competenza specifica, se non di essere un prodiano, manda ai dirigenti scolastici acculandoli a imprecise ma minacciose “responsabilità” a seguito di “occupazioni”? Si vede che il Pd è giusto il suo nome, un partito molto democratico.

Ci sono stati ministri di Berlusconi, anche di Fini, al posto del settantenne Bianchi, e non hanno avuto obiezioni, l’autogestione non è un delitto.  

 

Come già con Telecom, e con Unicredit, c’è gazzarra tra gli azionisti attorno a Generali. Incuranti della gestione, il grande gruppo assicurativo (ex) europeo acculano alle quote azionarie, alle beghe tra soci. Il mercato si nutre di queste faide. Bisognerebbe pensarci, quando si definisce il mercato l’assetto più produttivo. Generali, come Telecom un tempo, come Unicredit, ha (dovrebbe avere) una platea di stakeholder molto più ampia, e con più diritti, degli azionisti – la proprietà non è tutto, e non è nemmeno il meglio.

 

“Di certo i soldi sul conto si svalutano almeno di un 2 per cento l’anno, se l’inflazione torna al target Bce. Proiettando la stima sui 1.800 miliardi giacenti sui conti, il danno emergente è 36 miliardi annui. E non è tutto. Quei soldi, investiti anche solo all’1 per cento, potrebbero creare un effetto ricchezza da 18 miliardi l’anno. In tutto parliamo di circa 54 miliardi l’anno di ricchezza in fumo”, Alessandro Foti. L’amministratore delegato di Fineco ha un conflitto d’interesse, lui investe i soldi degli altri, ma quello che dice è chiaro: l’Italia è ancora, impoverita, alla deriva, allo sbando, in trent’anni passata da quarta o quinta potenza economica mondiale a nona o decima, dietro la Corea del Sud per pil pro capite, il paese dello spreco.

 

È giusto che i caraibici e i sauditi gareggino all’Olimpiade invernale, e quindi si fanno gare truccate per qualificarli. Ma pagano per questo, almeno i sauditi?

No, la cosa è seria, è parte dei diritti - delle minoranze: il genere Onu, Tonga come Usa. Ma perché perdere tempo con le qualificazioni: se tutti hanno diritto a tutto, perché non gareggiare a porte aperte? Chi vuole, corre.

 

Feltrinelli vende il “Caruso” di Alagna a 19,99 euro in libreria, e a 12,68 sul sito – senza spese postali. Hanno deciso di chiudere le librerie?

 

Curioso, Aspesi continua a pubblicare sul “Venerdì di Repubblica” lettere di sdegno contro Berlusconi al Quirinale, “il vecchio satrapo”, eccetera, due settimane dopo che Berlusconi se n’è tornato a casa, cioè in ospedale. I tempi di fattura di un settimanale sono lunghi, ma non di tre giorni, non di quindici. Sono più lunghi i rancori, femminili nel caso? O basta Berlusconi per mandarsi in paradiso, anche se non ha più i denti? Certa sinistra si eccita ai roghi che s’immagina.

 

Non c’è solo l’Ucraina, anche la Scandinavia, dopo i Baltici, è minacciata.  “Un attacco contro la Svezia non è da escludersi”, dice il ministro svedese della Difesa, che ha anche un nome, Peter Huktqvist. Ci sono stati dei droni a curiosare sopra una centrale nucleare, e la Marina svedese si è messa in allarme. Si teme uno sbarco nemico, cioè russo, tre navi da sbarco russe essendo entrate nel Baltico, che è peraltro un mare mezzo russo.

L’inverno è rigido a Nord, ma scaldarlo con una guerra? Nucleare?

 

È andata invece a lieto fine la vicenda del cavo sottomarino scomparso al largo della Norvegia. È stato ritrovato a qualche km. di distanza, trascinato fuori sede forse da un peschereccio. Che, questo non si dice, pratica la pesca a strascico, proibitissima.    

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