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domenica 17 settembre 2023

L'occhio di Marx su Silicon Valley - con l'Ia torna il lavoro

L’industria tecnologica o Silicon Valley è un posto dove “il denaro gener a denaro con una facilità che che avrebbe fatto piangere Andrew Carnegie”. In una forma di capitalismo di “carattere nevrotico”, che con una mano patrocina e finanzia partiti e politiche progressiste e con l’altra preserva e impone “una struttura sociale profondamente iniqua”. Per un  difetto di origine. “Internet è un caso particolarmente forte di un’industrtia basata sull’innovazione finanziata dal governo. Ci sono voluti miliardi di dollari di denaro pubblico e decadi di gestione pubblica per creare la rete. Quando la nuova infrastruttura cominciò a funzionare, i privati se ne sono appropriti, destinandola a un uso puramente commerciale. “Ora subiano le conseguenze di quella decisione. Un internet dominato dal profitto viola la nostra privacy, amplifica la propaganda estremista, e intensifica varie specie di ineguaglianze sociali”.
Anche dal punto di vista industriale, è un settore che ha creato poche strutture solide. Il costo crescente del denaro per effetto dell’inflazione, e il rallentamento conseguente dell’economia, anche per effetto del covid, hanno ridimensionato le valutazioni, e ridotto i margini: “Centinaia di migliaia di operatori del settore sono stati licenziati”. Era un settore peraltro presto diventato maturo. La via d’uscita delle criptomonete si è presto sgonfiata. Lo stesso il metaverso. Ora si punta al rilancio con l’intelligenza artificiale, ChatGPT, Midjourney, etc. Che potrebbe avere, quest’ultima, un impatto socialmente positivo: “È importante notare che l’IA generativa è una tecnologia ad alto impiego di manodopera”.
Tarnoff, un economista che ha cominciato a lavorare proprio nella Silicon Valley, nella tech industry, recensisce due libri sulla storia del settore, ma con una vasta esperienza critica pregressa – è autore di numerose pubblicazioni socio-storiche, ultimo “Internet for the People”.
Marx che c’entra? Ha insegnato che la storia “ha una struttura”. Che non è “una sequenza puramente casuale di eventi che possono essere espressi come la somma di scelte individuali”. Ci sono anche limiti e vincoli.  Specie quelli economici, di “come la società produce le cose di la rete ha bisogno”. Un “approccio materialista” che torna specialmente utile nell’industria tecnologica, la quale non si mitizza nelle figure di questo o quell’innovatore, Steve Jobs o Mark Zuckerberg, ma è fatta di idee, mezzi, strutture, e fallimenti.
Ben Tarnoff, A Marx for all seasons, “The New York Review of Books”. 21 settembre

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