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mercoledì 20 settembre 2023

Il femminino unitivo - l’eterno femminino gesuita

Una consacrazione della femminilità, un secolo fa, a opera di un gesuita – non irriverente, considerando l’attenzione, per quanto cauta, di Ignazio di Loyola per le donne al suo tempo. E una riflessione costante nella sua costante “ricerca di senso” al mondo, all’universo - nella caratteristica “visione cosmica unitaria”, pur basata sempre sul reale, sul “fenomeno”, “Il Femminino ovvero l’unitivo” è l’ultimo capitolo della summa del paleontologo e filosofo gesuita, “Il cuore della materia”. Ed è anche “la formula più incisiva ed efficace per definire l’esito delle sue riflessioni sull’elemento femminile”. Riflessioni che Teilhard aveva avviato durante la Grande Guerra, dove aveva servito come barelliere: negli intervalli del servizio annotava le riflessioni occasionali, e le mandava alla cugina Marguerite, che le custodisse “in caso di”. La cugina non gli risparmiava  commenti, il materiale si accumulò, e una volta smobilitato un saggio pres e forma, “L’Éternel feminin”.
Questo saggio, forse oggi il suo più attuale, però non si può leggere, nemmeno in francese: Teilhard de Chardin è un contemporaneo “nascosto”, un po’ dimenticato, ma una ventina di titoli sono ancora fruibili nel mercato vintage, “L’Eterno Femminino” no. È, spiega l’Associazione, “un vero poema in prosa, nel quale ispirandosi al cap. XXIV dell’Ecclesiaste, che tratta della Sapienza, e sostituendovi il termine di Eterno Femminino, attraverso un susseguirsi di significati analogici, affronta il tema dell’amore. Indicandolo come forza di unificazione ne segue le successive fasi di sviluppo che vanno dalle attrazioni primordiali tra gli elementi fisico-chimici, alla forza riproduttiva nel mondo vivente, alla funzione spiritualizzante che l’amore può assumere a livello umano, alla forza salvifica che gli ha attribuito Cristo. Il femminino, presente fin dalle origini del mondo, è stato, «il lieve fremito che ha insinuato negli atomi… l’inquietudine oscura e tenace di uscire dalla loro annichilente solitudine, per agganciarsi a qualcosa fuori di essi»”.
È, si può dire, il leitmotiv del papa in cattedra, Francesco, il papa gesuita. Ma con qualcosa in più, il sesso. La sintesi dell’Associazione dà nota di molte riflessioni di Teilhard de Chardin sul tema. Una in particolare è speciale, nell’ultimo saggio a carattere autobiografico, “Il cuore della materia”: “Mi sembra indiscutibile (de iure e de facto) che nell’uomo - anche votato, e per quanto votato sia, al servizio d’una causa o d’un Dio – nessun accesso alla maturità ed alla pienezza spirituale sia possibile al di fuori di qualche influsso ‘sentimentale’ che venga a sensibilizzare in lui l’intelligenza ed eccitare, almeno all’inizio, le sue potenze d’amore. Come non può fare a meno della luce, dell’ossigeno o delle vitamine, l’uomo – nessun uomo – può fare a meno del Femminino…”.
In una “Note de retraite”, appunto da pensionato, sembra anche prefigurare il presente, individuando un “falso femminismo”, che rischia di sopprimere l’evoluzione e la crescita  del femminile – il femminile ha questo dono, attira gli uomini e attira Dio.
Associazione Italiana Teilhard de Chardin, Il femminino ovvero l’unitivo, online

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