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martedì 27 maggio 2025

Che fare con Putin – o il tesoro russo in America

Pensava di stringere le reti d’un colpo, e invece tutti scappano. Tutti no, con Londra ha già preso accordi. Lo stesso farà col Giappone e la Ue (lo yen e l’euro si sono già rivalutati a sufficienza), il Canada e il Messico. Ma il pesce grosso, Putin, non abbocca. E un inatteso Netanyahu potrebbe aprirgli un fronte con gli arabi già fedelissimi, principi e rais. Il Blitzkrieg diplomatico di Trump rischia l’arresto: Putin è la pedina fondamentale per isolare la Cina, il Grande Disegno di Trump. In questa presidenza come nella prima – quando arrivò a corteggiare perfino Kim Jong-un, il leader bombarolo nordcoreano.
Dietro il linguaggio apparentemente umorale e sempre esornativo di Trump, alla Farnesina, come altrove nelle diplomazie europee, le sue mosse in politica estera, dazi a tutti, aiuti ridotti o cancellati a tutti, militari e civili, e perfino le minacciate restrizioni agli studenti stranieri in America, appaiono camuffare l’obiettivo principale, la Cina. Lo sfidante in ascesa dell’egemonia americana, economica e politica - non militare, una sfida militare non si ritiene più all’orizzonte, come ritenevano Nancy Pelosi e Biden. Ci ha provato anche in Europa, e si rafforza in Asia, con i dieci Paesi Asean, e perfino nella penisola arabica - cui Trump ha riservato il primo viaggio diplomatico fuori dagli Usa - con i sei del Gulf Cooperation Council.

La Cina per tre motivi: ha rubato e ruba la proprietà intellettuale; sa fare tutto e lo fa a costi da dumping, col controllo dei salari e forniture agevolate, di tecnologie, minerali e semilavorati; tiene artificialmente basso il cambio (la trattativa con la Cina è specialmente seguita dal segretario al Tesoro Scott Bessent).
L’isolamento della Cina sembra riuscire con la Ue. E anche con l’Iran, malgrado Netanyahu. Con Putin sembrava perfino più facile: Trump gli offriva il riconoscimento della sovranità su parte dei territori ucraini occupati, e di un interesse alla protezione di altre aree – scontata la non ammissione dell’Ucraina alla Nato. Putin ha scartato. Il motivo non si sa – le decisioni sono imperscrutabili nei regimi personali. Ora Trump deve decidere se attaccarlo. Non militarmente, sugli enormi depositi russi, oro, dollari, e Treasury in America. Che giuridicamente sono inattaccabili. Non almeno finora - il diritto internazionale non ha leggi: si adegua, ai fatti. Ma più che il diritto Trump deve valutare l’interesse americano, l’affidabilità – gli Usa sono il caveau del m
ondo.

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