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Che fare con Putin – o il tesoro russo in America
Pensava
di stringere le reti d’un colpo, e invece tutti scappano. Tutti no, con Londra
ha già preso accordi. Lo stesso farà col Giappone e la Ue (lo yen e l’euro si
sono già rivalutati a sufficienza), il Canada e il Messico. Ma il pesce grosso,
Putin, non abbocca. E un inatteso Netanyahu potrebbe aprirgli un fronte con gli
arabi già fedelissimi, principi e rais. Il Blitzkrieg diplomatico
di Trump rischia l’arresto: Putin
è la pedina fondamentale per isolare la Cina, il Grande Disegno di Trump. In
questa presidenza come nella prima – quando arrivò a corteggiare perfino Kim
Jong-un, il leader bombarolo nordcoreano.
Dietro il
linguaggio apparentemente umorale e sempre esornativo di Trump, alla Farnesina,
come altrove nelle diplomazie europee, le sue mosse in politica estera, dazi a
tutti, aiuti ridotti o cancellati a tutti, militari e civili, e perfino le
minacciate restrizioni agli studenti stranieri in America, appaiono camuffare l’obiettivo
principale, la Cina. Lo sfidante in ascesa dell’egemonia americana, economica e
politica - non militare, una sfida militare non si ritiene più all’orizzonte,
come ritenevano Nancy Pelosi e Biden. Ci ha provato anche in Europa, e si rafforza in Asia, con i dieci Paesi Asean, e perfino nella penisola arabica - cui Trump ha riservato il primo viaggio diplomatico fuori dagli Usa - con i sei del Gulf Cooperation Council.
La Cina per tre motivi: ha rubato e ruba
la proprietà intellettuale; sa fare tutto e lo fa a costi da dumping,
col controllo dei salari e forniture agevolate, di tecnologie, minerali e
semilavorati; tiene artificialmente basso il cambio (la trattativa con la Cina
è specialmente seguita dal segretario al Tesoro Scott Bessent).
L’isolamento
della Cina sembra riuscire con la Ue. E anche con l’Iran, malgrado Netanyahu.
Con Putin sembrava perfino più facile: Trump gli offriva il riconoscimento della
sovranità su parte dei territori ucraini occupati, e di un interesse alla
protezione di altre aree – scontata la non ammissione dell’Ucraina alla Nato.
Putin ha scartato. Il motivo non si sa – le decisioni sono imperscrutabili nei regimi
personali. Ora Trump deve decidere se attaccarlo. Non militarmente, sugli enormi
depositi russi, oro, dollari, e Treasury in America. Che giuridicamente sono inattaccabili.
Non almeno finora - il diritto internazionale non ha leggi: si adegua, ai
fatti. Ma più che il diritto Trump deve valutare l’interesse americano, l’affidabilità
– gli Usa sono il caveau del mondo.
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