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giovedì 19 maggio 2011

Il giudice e la pesatura delle campane

Cinque inquilini di un affollato ma signorile condominio a Monteverde a Roma hanno fatto ricorso al giudice contro il suono delle campane, giudicato “insopportabile” e “fonte di angosce e paure”. E il giudice ha dato loro ragione all’istante. Non del tutto: i cinque chiedevano l’interdizione delle campane fino alle ore 9,30, il giudice ha disposto che possono anche suonare alle 7 ma “con rintocchi ridotti” – venti per l’esattezza. Provvedimento d’urgenza: i cinque hanno fatto “un 700”, come usava il sindacato contro i licenziamenti.
I cinque chiedevano anche la chiusura obbligata dell’oratorio annesso alla chiesa tre giorni su sei. E il giudice ha dato loro ragione subito, senza nemmeno prendere informazioni. Non del tutto: l’oratorio potrà aprire tutti i giorni, ma dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Non prima né dopo. I giudici, gli avvocati e gli amici del bar di sotto non potranno quindi fare più, come solevano, le partitelle serali di calcetto.
Perché la chiesa e l’oratorio preesistevano ai cinque. Da quando la chiesa esiste. Mentre i cinque sono inquilini di un palazzo recentemente riadattato (era una scuola) – comprato tra l’atro dal vicariato di Roma: sapevano dove andavano ad abitare. Ma hanno pagato nel 2007 prezzi “signorili”, il doppio di quelli correnti, e quindi incommerciabili. Questo è il cruccio. La speranza è che l’immobile si rivaluti chiudendo l’oratorio e ammutolendo la chiesa.
A Roma è un caso. Il “Messaggero” lo trova ridicolo, ma non lo è. Isidoro basildiano, figlio e discepolo di Basilide lo gnostico, aveva “la pesatura delle anime”. Ma ne era specialista: le sapeva anche “innestare”. E il giudice romano? Non sarà facile per i cinque addurre una perizia sulle angosce da campana. Cosa su cui invece il giudice non ha dubbi. E come è possibile? È il giudice fidanzato\fidanzata di uno dei ricorrenti? Speriamo di no. È un promotore immobiliare? Lo è di fatto. Ma nei tribunali non c’è più il diritto? Si fanno decreti senza nemmeno sentire le controparti. O il fatto è che l’animatore della protesta, da anni, è egli stesso un magistrato? Questo sicuramente non incide.
Ora manca un avvocato che invochi un diritto sociale, da rispettare come quello degli inquilini signorili. La materia eccola qui: in virtù del decreto del giudice non si potrà tenere il campo estivo, dove la parrocchia usava custodire i bambini dei genitori lavoratori dopo la chiusura delle scuole a metà giugno, a un costo modico, dato che i genitori non potranno aspettare di lasciarveli alle 10. Ma da un altro giudice, magari non della “parrocchietta”. In fondo si tratta di trecento ragazzi, di duecento famiglie.

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