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domenica 15 maggio 2011

L’ordine missilistico della libertà

Di Gheddafi si può dire come di Luigi Filippo, che è uscito di casa ed è tornato”senza essere in alcun modo assassinato”. Lo assicurava “Charivari”, il “Vernacoliere” dell’epoca a Parigi, dopo l’ottavo attentato e Gheddafi ci è vicino, o l’ha sorpassato. Obama non ha usato il cannone a 24 canne, la “macchina infernale” dei repubblicani parigini, ma ha batterie di missili aria\suolo ben più micidiali, se non più intelligenti.
Questa gestione a distanza del mondo, non argomentata, non giustificata, fa impressione con Obama. Fa impressione che il primo presidente americano nero, giovane, outsider, sappia di antico. Poiché questa è la vecchia politica delle cannoniere, dell’imperialismo ottocentesco in Cina o in Africa, che tanto più allora avevano “bisogno di civiltà”. Ma essa è una costante della politica estera americana dopo la caduta del Muro. Con l’eccezione del quadriennio di Bush padre, che ha fatto guerra all’Iraq su una più che gusta causa, dopo attenta considerazione, e limitando l’uso della forza al necessario, come vorrebbero le leggi internazionali e la vecchia prassi. Subito dopo, con Clinton, Bush jr. e Obama si fanno guerra per un nonnulla, e sparando alla cieca. Missili aria\suolo beninteso, la guerra meno onorevole: i militari di terra, che combattono da pari (quasi) a pari, Bush ce li ha mandati e Obama in qualche posto ce li mantiene, ma perdono sempre.. La politica dell’intervento anzi si può dire precedente, l’ha inaugurata Reagan: come dimenticare l’invasione di Grenada, il bombardamento di Tripoli, i commandos di Sigonella (erano i Seals?)?
Esportare la democrazia, come si disse per il caso iracheno, non si dice più: la democrazia non viene da fuori, tantomeno con i missili. Un tentativo di legare le ribellioni arabe degli ultimi mesi alla spinta iniziale degli eserciti occidentali contro i talebani e contro Saddam Hussein è stato presto dismesso. Nessun politico e nessun partito nei paesi che si sollevano, Tunisia, Egitto, Siria, Libia, Yemen, si innesta alla guerra occidentale al terrorismo islamico. Nel mondo arabo i movimenti di opinione pubblica hanno poco o niente dei fondamenti del Quarantotto - e non potrebbe essere diversamente: le società sono diverse, il mondo è cambiato. In questi paesi i regimi a base militare, di tipo bonapartista o kemalista, sono stati i più innovativi e socializzanti, e i meno corrotti, della storia recente e meno recente.
Una salve di missili normalmente annuncia la democrazia in questa non dichiarata pax americana sul mondo. Di missili aria\suolo. Dove non ci siano missili suolo\aria: Iraq, Afghanista, Libia. E da un decennio dove ci sia l’islam di preferenza, per portarlo alla democrazia. Sul modello della guerra alla Serbia per democratizzare i Balcani. Poco importa degli effetti. Se i missili per esempio non riescono a chiudere la pratica lasciando il campo, è avvenuto in Iraq e Afghanistan e avverrà in Libia, a baoinette incapaci. Missili americani, per la più parte, e “volontari”, cioè pagati dai paesi amici all’America.
Una “selva di baionette” rimproveravano gli oppositori a Metterniche negli anni 1830, della pax germanica, gli oppositori conservatori. Cambia poco, giusto la famosa libertà del proto, che una salve può trasformare all’istante in una selva. E questa non è la sola sorpresa, che anzi è generale, se la “libertà” (elezioni, parlamenti) viene sostituita alla conservazione (monarchie assolute), con lo stesso disprezzo della legalità e dei diritti di legge.

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