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sabato 14 febbraio 2015

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (235)

Giuseppe Leuzzi

Si parla meglio delle origini standone fuori? Sicuramente più a cuor leggero. In un certo senso con più partecipazione, anche. Per quanto critica. Fellini, che non era mai stato a Rimini dopo esserne uscito nel 1937, l’ha immortalata e in qualche modo salvata, dal destino turistico si era abbandonata, da luna park estivo. Sì, ci era tornato, ma solo due volte, entrambe per motivi suoi (la secondo per scriverci sopra un libro che molti gli chiedevano), e entrambe a disagio, con le persone e con le cose.

La Germania finanzia la Grecia nella stessa misura che gli altri paesi europei. Ma non si sente in Italia, o in Francia, o in Spagna, la lamentela: “I greci ci mettono le mani in tasca, ci derubano”.  Tanto più che i finanziatori saranno ripagati, il sostegno più che altro è una partita di giro. Solo in Germania. E nei paesi della galassia tedesca, l’Olanda, la Finlandia, i Baltici. Che sono i più ricchi. Il Nord ha buona coscienza di sé.

L’appropriazione nazionalistica dell’Unione Europea dopo la caduta del Muro è insopportabile. Forse  l’aspettativa era malposta, esito della propaganda americana, occidentale, in funzione antisovietica. Di suo, l’Europa ha come punti di riferimento storici e ereditari schemi perversi e esiti più spesso vergognosi – la superiorità, l’espansione, l’invasione, il dominio. Questi sono comunque gli schemi che si sono imposti dopo la caduta del Miro.
Dopo la caduta per un motivo preciso: la riunificazione tedesca. Col mito risorgente della superiorità teutonica. Con una congerie di satelliti che con l’Europa nei secoli, e con la Ue nel dopoguerra hanno poco da spartire. Ma tutti accomunati nel mito della superiorità.

Il pregiudizio è forte
I napoletani hanno insegnato a Milano l’insalata. E a Edimburgo. E all’America tutta le crudités. Non è una questione di meridiani, di colture legate ai climi: il pomodoro diventò alimentare a Napoli a fine Seicento, tardi. I  maggiori industriali del pomodoro sono peraltro a Piacenza e dintorni. No, è il gusto. La capacità di scegliere, e di combinare, di creare.
Non hanno nobili origini neanche la controra, con la pennichella. O lo strolling, la passeggiata al corso. E la pausa, il non far niente. La stessa pedagogia contemporanea, della non violenza sui bambini, è molto mediterranea – ancora cinquant’anni fa in Germania i padri non parlavano coi figli, solo scapaccioni.
Del resto, a parte la pedagogia, non si tratta di abitudini sbagliate che è opportuno correggere. No, si tratta di correzioni giuste che però viene arduo accettare: l’insalata si è fatta strada con difficoltà. Non c’è disponibilità. Anzi la disponibilità è alla critica e quindi al rifiuto. Ogni bambino veneziano sa senz’altro non solo dov’è Venezia, ma anche Padova e Verona. Non molti bambini veneti sapranno dov’è la Calabria. Dici a un calabrese che i vetri doppi allentano il freddo, subito li cambia.
Lo stesso con i call center e i numeri verdi. Capita di frequente di essere lasciati appesi al numero verde della banca, l’assicurazione, l’operatore telefonico, il gestore elettrico da una ragazza di Milano perché inesperta, anche nell’uso del telefono. O perché ne sa meno di voi. Uno ritenta, e si accontenta. Anche se all’assistenza risponde una  voce dall’Albania, dall’India o dalla Repubblica Ceca, uno s’accontenta, c’è l’obbligo della solidarietà. Se invece risponde un call center o un centro servizi di Palermo o Reggio Calabria, e non è inappuntabile, rapido, esatto, onnisciente, ci inalberiamo e protestiamo.

Il clash dei linguaggi è arduo nella vicinanza. Sulla stessa linea di collimazione. Mentre si traduce in curiosità e ammirazione per il diverso a distanza: conviene emigrare lontano. È sempre dura, ma perlomeno non vi contestano le abitudini..

Milano
“Expo, rilievi del’Autorità Anticorruzione per 8 appalti su 10”. Per “le infiltrazioni della ‘ndrangheta”. Sembra. Potrebbe. L’Autorità non lo esclude. Molti ci credono.

La Fiat è stata il solo socio a mettere soldi nell’aumento di capitale del “Corriere della sera” l’anno scorso. I soci milanesi, che non hanno messo un euro, lavorano per cacciarla, o sterilizzarne la partecipazione.

L’Inter di Moratti ha il record degli allenatori licenziati, una ventina in quindici anni. Alcuni li ha licenziati dopo che avevano vinto. Il Milan segue con una dozzina – alcuni dopo che avevano vinto. L’Inter di Moratti e il Milan di Berlusconi, la crema di Milan.

Anche il Procuratore Capo che denuncia il suo vice non è male. Lui, però, è napoletano.

Si denuncia un vice-procuratore Capo che parla con un avvocato (Robledo), ma non un altro, che egualmente parla con l’avvocato (Greco), anzi con gli avvocati, ci parla normalmente. La giustizia a Milano è molto selettiva.

La Provincia di Milano ha – aveva, ora è della Regione Lombardia – una finanziaria, Asam, con un consiglio di amministrazione, e tre dipendenti. Che fatturavano rimborsi spese per 200 mila euro l’anno. E davano consulenze. Senza scandalo.

Si esibisce a Roma, a Santa Cecilia, il batterista austriaco Grubinger, strumentista di musica seria contemporanea. Giocoliere e mattatore. Il “Corriere della sera” ne fa una pagina per annunciare una sua prossima esibizione alla Scala. Anche il provincialismo è forte.


Monti prima, Passera oggi si vogliono salvatori della patria. Unici, eroici. L’uomo della Provvidenza è ben milanese

Passera più di Monti, che inonda Milano di manifesti azzurri alle fermate dei mezzi pubblici : “La Rivoluzione è possibile”. Garante lui stesso, l’ex banchiere, con firma autografa. Dopo essere “asceso in politica”, anche lui come il suo mentore, “contro gli slogan”. La buona coscienza vuole ipocrisia.

Già Berlusconi doveva salvare l’Italia. E pure Di Pietro, a ben guardare, ben milanese benché molisano, per il sussiego e la buona coscienza.


Punto centrale del programma politico di Passera, che lo mette in evidenza in nero, è: “Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di imposta patrimoniale, diretta e indiretta, per l’abbattimento del debito”. Dopo averne imposto da superministro dell’Economia più di una, e tutte ordinarie e a vita.

leuzzi@antiit.eu

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