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venerdì 13 febbraio 2015

Vita felice del creatore

Una serie di mostruosità simpatiche, attorno agli ultimi 25 anni della vita del pittore William Turner. Di un uomo felice nell’ossessione: della luce, della creazione. Una serie di aneddoti messi in scena sul fondo velato dei quadri che è la cifra del pittore. Le cui scenografie vuote vengono popolate di personaggi tutti in vario modo imbruttiti, esagerati. Come in un vecchio romanzo dell’Ottocento. Della cui vena ottimista Mike Leigh fa tesoro, imponendo due ore e mezza, quasi tre, di attenzione agli spettatori nevrotizzati di questo post-Novecento – l’umanità è stata meglio. Grande teatro anche, di un filmmaker che è anzitutto un teatrante. Mike Leigh vive Londra come Fellini Roma, mettendola in scena: extralarge e sempre al punto.  
Un grande lavoro di filologia. Nell’ottocento vittoriano ricostituito, nel colore pittorico,  nella teatralizzazione senza complessi, nella distinzione dei personaggi. Grazie anche alla tradizione inglese della recitazione, forse insuperabile.
Mike Leigh, Mr. Turner

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