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martedì 20 marzo 2018

A scuola dai brutti film


Nanni Moretti al suo meglio, divertito e divertente. Un tempo faceva parlare la psicoanalisi, poi le terapie fisiche, da qualche tempo il modo di fare cinema. Qui conciona sotto le sferza della fisioterapista al pilates (Patrizia Quaranta) in una palestra vuota, di “ischi allegri e clavicole sorridenti”. Un altro linguaggio loquace e preciso in berlina, mai senza argomenti e senza certezze: assurdo. Visto (schernito) dal basso, dal suo proprio mondo, confuso, di cinematografaro.
Usato come presentazione a “Il caimano”, andato in onda su La 7 il 28 ottobre, sembrava una spiegazione del film. Rivisto autonomamente, in programmazione al Nuovo Sacher di Roma,  è tutt’altro - “Il Caimano” resta un film su Berlusconi, ma contro l’industria cinematografica. Come si fa un film, come prevalgono le cattive ragioni, e come è bene, per un regista giovane, pardon, per una regista giovane, andare a vedere “i brutti film”: a vedere i brutti film si impara quello che non si deve fare – che è quello che verrà sempre proposto.
Un corto di pochi minuti, nemmeno dieci. Ma un altro piccolo capolavoro di understatement, l’umorismo di Moretti. Trasposto da un decennio, proprio dal “Caimano”, su nuovi obiettivi: dai vecchi bersagli psicoanalitici e salutistici al modo di fare cinema.
Nanni Moretti, Ischi allegri e clavicole sorridenti

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