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giovedì 1 settembre 2022

Dall'anarchia a Le Pen, vite nere e nerissime

L’editore ripropone la trilogia presentata da Luigi Bernardi venti anni fa, le tre opere del concorrente di Simenon impegnate e “nere” nel senso proprio della parola, senza luce. Tre romanzi disgiunti, non legati tra di loro, che tuttavia compongono una trilogia dei senza speranza, dei vinti della vita.

Sempre in gara con Simenon, Malet ha provato a tirarsi fuori anche lui dal successo del suo “risolutore” Nestor Burma, concorrente fortunato di Maigret in una trentina di “inchieste”, sperimentando i “romanzi duri”. Politicamente sensibile, “impegnato” a differenza di Simenon, si schierò con i perdenti, senza rimedio, con questi tre romanzi: “La vita è uno schifo” (1948), “Il sole non è per noi” (1949) e “Nodo alle budella” - “scritto a ruota”, spiega Bernardi, degli altri due ma “rimasto nel cassetto per ben ventidue anni” (venti per l’esattezza, 1969).

“La vita è uno schifo” è di un ladro e un assassino che ruba e uccide anche per cause nobili, e anche s’innamora, e sebbene vada dall’analista è condannato, si condanna, a un lungo suicidio. Il secondo romanzo è predatato, 1926, “l’epoca della gioia di vivere”, ma non per il protagonista, un ragazzo condannato alla perdizione, come usava dire. Il terzo, “Nodo alle budella”, è l’inferno dei deboli o reietti, non ci sono buoni propositi che tengano.

Tre romanzi d’azione, ma senza l’eroe – i protagonisti sono vittime della “vita”. Un po’ a tesi. Forti se uno si lascia prendere, Ma un po’ predicatori.

Malet, da surrealista anni 1930, cioè comunista quasi anarchico, è finito simpatizzante di Le Pen.

Léo Malet, Trilogia nera, Fazi, pp. 539 € 19,50

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