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mercoledì 26 settembre 2007

A chi il "Corriere"? Agli amici di Prodi

Grandi manovre tra la Rcs e Palazzo Chigi in vista dei mutamenti possibili nella proprietà del quotidiano: Antonello Perticone, l’amministratore del gruppo del “Corriere della sera” si tiene in contatto diretto col presidente del consiglio Romano Prodi o, in sua assenza, col suo capo della segreteria. Teoricamente gli equilibri interni al patto di controllo del “Corriere” potrebbero mutare per il disimpegno della Fiat, che ha in portafoglio il 10,29 per cento delle azioni, e di Capitalia, che ha il 2 per cento, dopo la fusione in Unicredit. Ma né il nuovo padrone di Capitalia, Alessandro Profumo, né la proprietà e il management di Fiat vogliono disimpegnarsi. La partita si gioca attorno a Mediobanca, che è la prima azionista di Rcs (13,26 per cento) e ne è da trent’anni il dominus, e i cui equilibri proprietari sono in forte movimento: Fiat ha ceduto la sua residua quota dell'1,83 per cento a Goldman Sachs, che cerca compratori, mentre Profumo vuole dimettere la quota di Capitalia, 9,39 per cento (Unicredit e Capitalia insieme verrebbero ad avere altrimenti uno schiacciante 18,07).
I giocatori che Prodi ha schierato per Mediobanca, in vista del “Corriere”, sono di prima grandezza. Bazoli su tutti: manca al presidente di Intesa, per completare la sua egemonia su Milano e in generale sul sistema bancario, una presenza in Mediobanca. Col sostegno di altri amici della Popolari, in primis della Popolare di Milano di Mazzotta. Tra gli imprenditori Prodi mette avanti i Benetton – accettando a parziale compensazione la candidatura di Fininvest. L’entrata di Bazoli e degli altri amici viene giustificata col bisogno di bilanciare l’annunciata intenzione dei soci francesi, Bolloré in testa, di accrescere il proprio impegno in Mediobanca, e nella costellazione Mediobanca, Generali, “Corriere”, etc.
Perricone è il manager che ha comprato le foto scomode a Prodi per toglierle dal mercato - il vero scandalo nello scandalo Corona: un contributo irrituale, forse anche illegale, alla politica, di 150 mila euro dichiarati tra "Oggi" e "Novella". Prodi si è occupato personalmente di tutti i grandi affari dell’ultimo anno e mezzo: Banca d'Italia, Intesa-San Paolo, Unicredit-Capitalia, Telecom Italia, Autostrade-Abertis, Enel-Endesa, Eni-Gazprom, Rai, Alitalia, Coni\Figc - stabilendo già un record: passerà alla storia come il capo di governo che più si è immischiato negli affari. Talune soluzioni anzi ha lui stesso proposto e caldeggiato (Intesa-San Paolo, Unicredit-Capitalia), altre le ha imposte (Telecom).

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