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sabato 1 dicembre 2007

Milano rompe coi prosecutor napoletani

Letizia Moratti dopo Tronchetti Provera: i procuratori napoletani hanno rotto il tacito accordo con la Milano che conta, e la città comincia a guardarli con sospetto. Non solo le grandi famiglie e la Lega, anche le banche e l’arcivescovado si uniscono ai berlusconiani nell’insofferenza verso i procuratori della Repubblica partenopei che da un quindicennio la governano.
La decisione di Alfredo Robledo di incriminare il sindaco sembra aver rotto il feeling che ha unito finora la città alla Procura, sul filo della questione morale. La Rcs, che aveva sponsorizzato l’attacco un anno fa al sindaco Letizia Moratti sulle nomine in Comune, ha preso le distanze dopo che l’iniziativa è passata alla Procura della Repubblica. In curia si sono fatti subito sentire ambienti di base legati in vario modo ai Moratti, dal volontariato alla scuola e alla sanità. Le banche premono da qualche tempo perché la Procura torni all’ordinaria amministrazione, e in particolare persegua le frodi e i reati societari: per il malafare si è costituita in Tribunale una sorta di “franchigia giurisdizionale” fino ai 200 mila euro.

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